Quanto dovrebbe allocare un investitore neutrale alle criptovalute?
Principali insegnamenti
- Le criptovalute rappresentano già l’1% del portafoglio di mercato, ossia il portafoglio che simula la totalità degli asset liquidi a cui gli investitori possono accedere.
- Per un gestore multi-asset, assumere una posizione neutrale significa investire l'1% delle proprie attività in Bitcoin e criptovalute. Qualsiasi scelta diversa porterebbe a una sovraponderazione o sottoponderazione e presupporrebbe una forte conoscenza e convinzione.
- Con un investimento dell'1%, si assume una posizione neutrale sullo spazio, pronta a cogliere i potenziali rialzi e a gestire il rischio limitando quello di ribasso a un solo punto percentuale.
Con il lancio di ETF (exchange-traded fund) spot sul bitcoin regolamentati negli Stati Uniti, le criptovalute hanno compiuto un ulteriore passo verso la completa istituzionalizzazione. Grazie alla disponibilità di veicoli regolamentati in tutto il mondo, per i professionisti degli investimenti ormai è praticamente impossibile ignorare l'asset class nel suo complesso. Come per qualsiasi altra asset class, è necessario che gli investitori e i gestori di portafogli sviluppino le proprie opinioni e valutino se "sottoponderare" o "sovraponderare" Bitcoin, Ethereum e le altre criptovalute.
Allocare l'1% alle criptovalute significa rimanere neutrali
Poiché le criptovalute sono un'asset class molto giovane, con cui molti investitori hanno ancora poca dimestichezza, sarebbe facile pensare che un posizionamento neutrale corrisponda a un investimento dello 0% e che tutto ciò che supera lo zero costituisca una sovraponderazione. Tuttavia, non è così.
Per determinare il posizionamento neutrale di un’attività in un portafoglio multi-asset, è sufficiente osservare il portafoglio di mercato, ossia il portafoglio che simula la totalità degli asset liquidi a cui gli investitori possono accedere. La Figura 1 mostra l'attuale portafoglio di mercato.
La capitalizzazione di mercato totale degli asset liquidi è di circa 191.000 miliardi di dollari. Quella delle criptovalute è pari a quasi 2.000 miliardi di dollari, ovvero l'1% della capitalizzazione di mercato totale. Si tratta di un mercato di dimensioni simili a quello delle obbligazioni ad alto rendimento, delle obbligazioni indicizzate all'inflazione o delle small cap dei mercati emergenti.
Figura 1: Attuale portafoglio di mercato
Fonte: Bloomberg, WisdomTree. Aggiornata al 16 febbraio 2024. Le capitalizzazioni di mercato sono espresse in miliardi di USD. Non è possibile investire direttamente in un indice. La performance storica non è indicativa di quella futura e qualsiasi investimento può diminuire di valore.
In altre parole, oggi, per un gestore multi-asset, assumere una posizione neutrale significa investire l'1% delle proprie attività in bitcoin e criptovalute. In assenza di una tesi d'investimento forte e fondata che avvalori la scomparsa di tale spazio, l'1% rappresenta una scelta razionale per gli investitori. Si tratta di una posizione sicura che consente di approfittare della sua continua crescita in scenari positivi e di limitare le perdite (all'1%) in quelli più negativi.
Non investire in criptovalute significa assumere un rischio asimmetrico negativo nei confronti dello spazio
Scegliendo di non investire in asset digitali, gli investitori stanno di fatto scommettendo attivamente contro l'asset class. Per agire in tal senso, dovrebbero avere una tesi d'investimento forte e chiara a sostegno della sottoponderazione.
Un investimento short è un investimento asimmetrico in cui l'asimmetria gioca a sfavore dell'investitore. Il rialzo è limitato, poiché l'asset può perdere solo il 100%, mentre il ribasso è illimitato. Pertanto, per un gestore di portafogli il rischio associato alla sottoponderazione di un asset è molto più elevato rispetto alla sovraponderazione, poiché in una posizione long l'asimmetria gioca a favore dell'investitore. Per questo motivo, gli investitori tendono a ritenere che, per scegliere di sottoponderare, la convinzione e gli argomenti a favore di tale scelta debbano essere più forti di quelli alla base di una sovraponderazione.
Nel caso di asset altamente volatili, come le criptovalute, considerare questo aspetto è ancora più importante. Il Bitcoin è stato l'asset class migliore in nove degli ultimi 12 anni. Inoltre, in sei di questi nove anni, i rendimenti sono stati superiori al 100%1. Quindi, l'asimmetria sarebbe stata davvero positiva per un investitore che avesse scelto una sovraponderazione e davvero negativa per un investitore che avesse preferito una sottoponderazione. Inoltre, tali enormi rendimenti non sono un ricordo del passato. Proprio l'anno scorso il Bitcoin ha reso il 157%2.
Conclusione
Se ci si limita a esaminare le caratteristiche delle criptovalute, è chiaro che possono apportare valore a un portafoglio multi-asset. Grazie al loro potenziale di crescita, alle credenziali di diversificazione e alla facilità del relativo investimento attraverso veicoli regolamentati, per gli investitori diventa sempre più difficile ignorarle. Con un investimento dell'1%, si assume una posizione neutrale sullo spazio, pronta a cogliere i potenziali rialzi e a gestire il rischio limitando quello di ribasso a un solo punto percentuale.
Per maggiori informazioni sull'impatto che aggiungere piccole quantità di criptovalute ha su un portafoglio multi-asset, si rimanda al nostro ultimo documento di ricerca sull'argomento.
Asset utilizzati
Fonti
1 Fonte: Bloomberg, WisdomTree. Dal 31 dicembre 2013 al 31 dicembre 2023. In USD. Non è possibile investire direttamente in un indice. La performance storica non è indicativa di quella futura e qualsiasi investimento può diminuire di valore. Per informazioni sugli asset utilizzati, consultare la parte finale.
2 Fonte: WisdomTree, Bloomberg. 31 dicembre 2022 - 31 dicembre 23, in USD. La performance storica non è indicativa di quella futura e qualsiasi investimento può diminuire di valore.