Guida alle Commodity
WisdomTree ritiene che gli investitori debbano sempre comprendere a pieno i rischi implicati nei loro investimenti.
La nostra guida alle commodity fornisce un ottimo punto di partenza per coloro che vogliano sapere di più sull'investimento nelle principali meterie prime quali oro, argento, rame, grano, zucchero e caffè.
Oltre a fornire un'introduzione ai fattori fondamentali per le singole commodity, queste pagine indicano i fattori chiave e le tendenze che influenzano il mercato delle materie prime e le modalità per acquisire esposizione.
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Petrolio
Il petrolio è un combustibile fossile presente in alcune formazioni rocciose terrestri. È composto da una miscela di idrocarburi che vengono raffinati per ottenere prodotti petroliferi, come la benzina, il cherosene, il gasolio e l’olio combustibile. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), nel corso degli ultimi decenni il petrolio è stata la più importante fonte energetica primaria a livello mondiale.
Al mondo vengono prodotte molte varietà di petrolio greggio, le cui caratteristiche dipendono dal profilo geologico specifico. Data l’ampia gamma di greggi disponibili, i prezzi e le negoziazioni di ciascuno di essi sono riferiti a benchmark molto noti. In particolare, il trading del petrolio vede la predominanza di due benchmark: il petrolio greggio Brent e il West Texas Intermediate (WTI). Sia il Brent che il WTI sono classificati come petroli leggeri, “dolci”, cioè a basso contenuto di zolfo e a bassa densità, che generano una maggiore percentuale di semi-distillati leggeri come la benzina o il cherosene e richiedono un processo di raffinazione meno complicato prima di essere immessi sul mercato come prodotto finale.
I prezzi del petrolio greggio sono influenzati da interazioni complesse tra i fattori sottostanti inerenti all’offerta e alla domanda, gli eventi geopolitici e le negoziazioni di contratti spot e future sempre più sofisticati. Anche l’attività, l’atteggiamento e i comportamenti dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) e dei paesi partner (spesso definiti OPEC +) possono avere un impatto significativo sul prezzo del petrolio greggio.
- Il Mercato in Breve
- Offerta
- Domanda
- Scambi commerciali
Tra il 2009 e il 2019 la produzione mondiale di greggio è aumentata del 17%1 e gran parte dell’incremento a livello regionale è provenuto dal Nord America, la cui offerta è cresciuta dell’81%1. Nel 2019, i tre maggiori produttori di greggio sono stati gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e la Russia (cfr. figura 1). Tra il 1988 e il 2008, l’offerta statunitense è diminuita del 30%1; tuttavia tale tendenza ha invertito decisamente rotta nel 2009, dato che la produzione di petrolio di scisto, noto anche come “shale oil” o “light tight oil”, e altri sviluppi tecnologici hanno contribuito a far crescere la produzione americana del 134%1 tra il 2009 e il 2019. La produzione petrolifera degli Stati Uniti - con 17.045 barili al giorno nel 2019- è oggi nettamente superiore a quella dell’Arabia Saudita che si attesta a 11.832 barili al giorno. Gli USA sono quindi il maggior produttore di petrolio al mondo. l’Arabia Saudita è uno dei più influenti “swing producer” a livello mondiale, cioè in genere non produce a capacità piena ma mantiene una capacità di riserva per rispondere ad eventuali shock.
1 BP Statistical Review of World Energy 2020
Figura 1: Offerta mondiale di greggio, 2019
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2020
Nel corso degli ultimi dieci anni, i consumi globali sono aumentati del 17%1 e i maggiori incrementi regionali si sono verificati in Asia (3,3% CAGR nel periodo 2009-2019) e in Africa (CAGR 2,1%). Nel 2019, gli Stati Uniti (19,4 milioni di barili al giorno) e la Cina (14 milioni di barili al giorno), sono stati i maggiori consumatori, cfr. figura 2. Dal 2009 al 2019, la domanda cinese ha registrato un forte aumento, pari al 71%1, in netto contrasto con la dinamica di crescita relativamente modesta dell’8% segnata dai consumi statunitensi e dal calo dei consumi in Europa, al -4%. Probabilmente, lo sviluppo economico in Asia spingerà al rialzo i consumi nelle nazioni non OPEC e la crescita più elevata della domanda in termini assoluti proverrà dalla Cina, dall’India e dalla Corea del Sud tra adesso e il 2040. Anche per le nazioni OPEC del Medio Oriente si prevede un aumento dei consumi, come avvenuto (2,2% CAGR) nell’ultimo decennio chiuso nel 2019, in virtù della crescita demografica, degli aumenti salariali e della maggiore produzione industriale.
1 BP Statistical Review of World Energy 2020
Figura 2: Domanda mondiale di greggio, 2019
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2020
Il petrolio è attualmente la merce più scambiata al mondo. Il commercio globale è aumentato del 31% nell’ultimo decennio chiuso al 2019, con le importazioni nette di petrolio dalla Cina che hanno rappresentato il 58% dell’aumento globale del commercio nel 2018. I maggiori importatori di petrolio nel 2019 sono stati l’Europa con 14,9 milioni di barili/giorno, la Cina con 11,8 milioni di barili/giorno, gli Usa con 9,1 milioni di barili/giorno, l’India con 5,4 milioni di barili/giorno e il Giappone con 3,8 milioni di barili/giorno (cfr. figura 3). Le importazioni statunitensi di petrolio sono in calo dal 2008 (-2,3% CAGR nel periodo 2009-2019) e questa tendenza potrebbe continuare con l’incremento della produzione interna e la diminuzione della domanda a causa dell’aumento dei veicoli elettrici e ibridi e di un’economia meno basata sui combustibili fossili. Il Giappone è fortemente dipendente dal commercio, con le importazioni che hanno rappresentato il 96,9% del consumo interno nel 2019.
1 BP Statistical Review of World Energy 2020
Figura 3: Importazioni mondiali di greggio per paese, 2009/2019 (migliaia di barili al giorno)
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2020
I continui progressi tecnologici e l’aumento della produzione statunitense hanno ridotto il fabbisogno di importazioni del paese, aumentando il peso degli Stati Uniti nel mercato delle esportazioni. Inoltre, le esportazioni da Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti, ad oggi i due maggiori esportatori di petrolio greggio (cfr. figura 4), dovrebbero continuare a soddisfare la crescente domanda di petrolio proveniente dall’Asia, in particolare dalla Cina e dall’India.
Figura 4: Esportazioni mondiali di greggio per regione, 2009/2019 (migliaia di barili al giorno)
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2020
- Fattori e Tendenze Chiave
- OPEC
- USA
- Differenziale WTI-Brent
- Scorte di greggio
L’OPEC è un’organizzazione intergovernativa composta da quattordici nazioni emergenti esportatrici di petrolio, il cui compito è coordinare e uniformare le politiche petrolifere nel tentativo di calibrare la produzione in maniera efficiente. Attualmente, circa il 37% delle forniture petrolifere mondiali e il 50% degli scambi commerciali globali di petrolio provengono dai paesi membri dell’OPEC. Ne consegue che le variazioni a livello della quota di mercato e della capacità produttiva in eccesso dell’OPEC possono incidere sulle quotazioni del greggio. Inoltre, l’instabilità politica in alcuni paesi OPEC può portare a riduzioni momentanee dell’offerta che fanno spesso salire bruscamente i prezzi del petrolio. Nel 2016, l’OPEC ha firmato una Dichiarazione di cooperazione (DoC) con altre 10 nazioni, inclusa la Russia. L’OPEC coordina la politica di produzione con questi paesi (noti congiuntamente come OPEC+). Insieme, questi paesi controllano più del 50% della produzione globale e quindi, come gruppo, hanno un’influenza molto forte sui prezzi del petrolio a livello mondiale.
Figura 5: Capacità produttiva eccedentaria dell’OPEC (milioni di barili al giorno)
Fonte: EIA, Short-Term Energy Outlook, febbraio 2020
La forte crescita della produzione proveniente dal petrolio di scisto e dalle sabbie bituminose del Nord America ha sostenuto l’offerta petrolifera globale a partire dal 2012, contribuendo a compensare i cali di produzione dei giacimenti nel Mar del Nord. L’equilibrio tra l’offerta e la domanda globali è particolarmente sensibile alla crescita dello shale oil statunitense, dato che il 64% della crescita globale ha origine al di fuori degli USA. Lo sviluppo dell’olio di scisto è ancora agli esordi, tuttavia vi sono studi attestanti la presenza di importanti quantitativi di risorse tecnicamente recuperabili distribuite in tutto il mondo.
Fino al 2010, il prezzo del greggio West Texas Intermediate (WTI) era generalmente negoziato a premio rispetto al prezzo del Brent. Il WTI tende a essere influenzato dalla domanda e dall’offerta interna degli Stati Uniti, mentre il Brent tende a essere influenzato dalla domanda e dall’offerta internazionali. Entrambi sono greggi “dolci” e leggeri, considerati pressoché interscambiabili. Pertanto, le disparità di prezzo in teoria dovrebbero essere arbitrate. Tuttavia, in pratica, a causa delle restrizioni alle esportazioni, tale opportunità di arbitraggio non sono sempre esistite. Tra il 2010 e il 2014, un periodo in cui la produzione di petrolio di scisto negli USA era in rapida crescita, il WTI ha iniziato ad essere scambiato con un ampio sconto rispetto al Brent, riflesso di un relativo eccesso di offerta. Nel 2014, il governo statunitense ha consentito le esportazioni di greggio dal paese e ciò ha contribuito a ridurre il differenziale di prezzo tra i due benchmark del petrolio. Tuttavia, a causa dei costi di trasporto e dei limiti delle infrastrutture per le esportazioni, il Brent è ancora scambiato a premio rispetto al WTI.
Un aspetto importante della catena globale delle forniture petrolifere riguarda l’utilizzo delle riserve di petrolio per gestire le alterazioni dell’equilibrio domanda/offerta. A differenza di quanto accade con altre materie prime, i produttori di petrolio possono utilizzare le scorte, in aggiunta alla nuova produzione, per soddisfare la domanda. Ad esempio, è possibile che i produttori ricorrano alle scorte per colmare un inatteso deficit delle forniture in caso di crisi geopolitiche. In quanto componente dell’offerta, i livelli delle scorte sono spesso un buon indicatore delle pressioni esercitate dal mercato sulle quotazioni petrolifere.
- Investimenti
- Azioni
- Future
- ETP (exchange traded product)
Una delle modalità con cui gli investitori possono acquisire un’esposizione al petrolio è acquistare i titoli delle società quotate in borsa che operano nel campo dell’esplorazione, della produzione e della negoziazione di petrolio. Le tipologie di azioni del petrolio acquistate e vendute regolarmente sono numerose e il mercato azionario vede la presenza di compagnie petrolifere a grande capitalizzazione, tra cui Saudi Aramco, ExxonMobil, Royal Dutch Shell, Total e BP.
I benchmark più importanti per il greggio sono due: il WTI e il Brent. Vi sono diverse tipologie di contratti negoziati su svariate borse; di queste, il NYMEX del CME, l’ICE e il DME sono tra quelle di maggiori dimensioni. I due future più liquidi sono il NYMEX WTI Crude Oil Futures (“CL”) e l’ICE Brent Crude Futures (“B”). Il lotto di negoziazione per entrambi i contratti è di 1000 barili e le quotazioni sono in dollari e centesimi di dollaro USA per barile. L’orario di negoziazione va dalle 9:00 alle 14:30 ET.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce o evitare il regolamento liquido del contratto – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: “Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?”, del maggio 2020.
Vi sono diversi ETP sul petrolio greggio che replicano degli indici costruiti per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future su questa materia prima. Il prezzo spot del petrolio non è investibile, poiché comporterebbe la detenzione fisica della materia prima. Gli investitori devono dunque tenere presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sul greggio, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in “backwardation”) o il costo (in caso di “contango”) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
È disponibile un’ampia gamma di ETP che forniscono agli investitori la possibilità di simulare un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sul greggio. Attraverso gli ETP, gli investitori ottengono accesso ed esposizione ai rendimenti dei contratti future sul WTI e sul Brent più prossimi alla scadenza o più a lungo termine, nonché agli indici che calibrano l’esposizione in base ai prezzi e a fattori fondamentali. Tra questi figurano i Brent Oil Future a 1 mese/1 anno/2 anni e i sottoindici Dow Jones-UBS Brent e WTI Oil.
Gas Naturale
Il gas naturale è un combustibile fossile in forma gassosa; allo stato puro è incolore, inodore e privo di forma. È composto da una miscela di gas idrocarburi formata principalmente da metano; è combustibile, brucia senza scorie e produce grandi quantità di energia.
Il gas naturale viene prodotto in pozzi dislocati in tutto il mondo e viene generalmente trasportato attraverso i gasdotti. Dove il trasporto via gasdotto non è possibile, ad esempio sulle lunghe distanze, il gas naturale viene trasformato in un liquido (Gas Naturale Liquefatto o GNL) mediante tecniche di super-raffreddamento e caricato sulle metaniere per poi essere riscaldato e riconvertito in gas una volta giunto nel porto di destinazione. Per poter essere usato come combustibile, il gas naturale deve essere sottoposto a un complesso processo di lavorazione.
Il gas naturale viene impiegato principalmente per riscaldare e generare elettricità in industrie quali carta e cellulosa, metallurgia, chimica, raffinazione petrolifera, pietra, argilla e vetro, plastica e lavorazione degli alimenti. È inoltre un’importante materia prima per la produzione dell’ammoniaca utilizzata nella fabbricazione dei fertilizzanti. Una volta ritenuto un sottoprodotto delle esplorazioni petrolifere, il gas naturale si è affermato come un’alternativa efficiente, eco-compatibile ed economica al petrolio.
- Market Snapshot
- Offerta
- Domanda
- Scambi commerciali
Nell’ultimo decennio, la produzione mondiale di gas naturale è aumentata del 33%1. I due maggiori produttori di gas naturale sono gli Stati Uniti e la Russia, che nell’insieme hanno rappresentato il 38%1 della produzione mondiale complessiva nel 2012 (cfr. figura 1). A livello regionale, il grosso dell’aumento dell’offerta è riconducibile alla maggiore produzione nel Medio Oriente, dove l’incremento dal 2002 è stato pari al 121%1. Invece, alcune nazioni europee hanno visto i loro livelli di produzione calare nel corso dell’ultimo decennio, mentre le forniture russe hanno registrato aumenti solo marginali. Negli Stati Uniti, la produzione è tuttavia cresciuta del 7%1 (2010/2011) e del 5%1 (2011/2012), grazie all’aumento della produzione del gas di scisto. Quest’ultimo sviluppo è stato determinante ai fini del brusco calo registrato dai prezzi del gas naturale negli USA.
1 Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2013.
Figura 1: Offerta mondiale di gas naturale per regione, 2012 (miliardi di piedi cubi)
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2013.
Il gas naturale è il combustibile fossile la cui domanda registra la maggiore crescita a livello mondiale, e le stime sono di un aumento dei consumi del 64%2 tra il 2010 e il 2040, trainato per gran parte dalla richiesta dei mercati emergenti. I due maggiori consumatori di gas naturale sono gli Stati Uniti e la Russia, che insieme hanno rappresentato il 34%1 della domanda mondiale complessiva nel 2012 (cfr. figura 2). Pur costituendo una percentuale relativamente esigua dei consumi mondiali (4% circa), nell’ultimo decennio la domanda cinese è aumentata del 392%1, evidenziando la correlazione esistente tra lo sviluppo economico e il consumo di gas naturale. Il gas naturale è ritenuto un combustibile più ecologico rispetto al carbone e viene largamente utilizzato nella generazione di energia e nell’industria, due settori che nell’insieme rappresentano il 77%2 dell’incremento previsto per i consumi mondiali nel periodo 2010/2040.
2 https://www.mckinsey.com/industries/oil-and-gas/our-insights/global-gas-outlook-to-2050#
Figura 2: Domanda mondiale di gas naturale per regione, 2012 (miliardi di piedi cubi)
Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2013.
Il commercio del gas naturale sta attraversando una sorta di trasformazione sulla scia dell’introduzione di nuove tecniche produttive, tra cui l’esplorazione dei gas di scisto e il GNL. Dal 2000 al 2010, gli scambi di GNL sono più che raddoppiati2. Nel 2012, la regione Asia/Pacifico è stata la principale importatrice, e il Giappone ha costituito il 36%1 delle importazioni mondiali complessive dopo la catastrofe nucleare di Fukushima, che ha messo in moto un processo di abbandono dell’energia nucleare. Malgrado l’aumento degli scambi di GNL, il flusso di gas naturale attraverso i gasdotti continua a costituire più di due terzi del commercio mondiale di questa materia prima. L’aumento della produzione nazionale statunitense ha ridotto il fabbisogno di importazioni, e secondo le stime gli Stati Uniti diventeranno esportatori netti di gas naturale nel 2020, grazie alle maggiori esportazioni in Messico attraverso i gasdotti2.
- Important Factors and Trends
- Stagionalità
- Mercato statunitense del gas
- GNL e gas di scisto
- Indicizzazione al petrolio
Il gas naturale è una materia prima stagionale, la cui domanda dipende dalle condizioni climatiche. Le variazioni e le previsioni meteorologiche possono incidere significativamente sui prezzi del gas naturale. Nel 2009, circa il 50% delle abitazioni americane è stato scaldato mediante gas naturale, pertanto l’inverno è la stagione del picco della domanda, durante la quale il gas stoccato raggiunge l’apice per poi essere utilizzato nei vari mesi invernali. A seconda della rigidità degli inverni, i prezzi oscillano in base al livello della domanda, deducibile dalle variazioni settimanali delle scorte.
3 https://www.eia.gov/
Figura 3: Curva dei future sul gas naturale (USD per mmBtu)
Fonte: WisdomTree and Bloomberg
A causa delle limitazioni infrastrutturali, il mercato mondiale del gas è sempre stato frammentato e caratterizzato dalla presenza di diversi hub del gas (ad esempio l’Henry Hub statunitense e l’NBP britannico). L’indice Henry Hub statunitense, pur non essendo propriamente il benchmark mondiale, viene spesso replicato dagli indici che cercano di simulare i rendimenti dei future sul gas naturale. Questo benchmark viene determinato in larga parte dalle dinamiche inerenti all’offerta e alla domanda domestiche statunitensi. Negli ultimi due anni, la nuova offerta proveniente dall’esplorazione del gas di scisto ha portato i prezzi del gas naturale negli Stati Uniti su livelli decisamente inferiori a quelli di altri hub internazionali, accrescendo la domanda di esportazioni dall’America in diverse parti del mondo. Ciononostante, nei prossimi anni è possibile che un eventuale intensificarsi del commercio di GNL determini una convergenza dei prezzi internazionali del gas.
La produzione di GNL è diventata più efficiente in termini di costi e nel 2012 ha rappresentato il 32%1 degli scambi mondiali complessivi di gas. Tuttavia, il mercato statunitense del gas naturale è risultato tendenzialmente isolato dal resto del mondo e le importazioni ed esportazioni di GNL sono state contenute rispetto ai mercati asiatici ed europei. Le recenti riduzioni delle importazioni statunitensi di GNL sono da ascrivere all’aumento della produzione nazionale, proveniente principalmente dal gas di scisto.
Il gas di scisto, intrappolato in formazioni argillose e da lì estratto mediante tecniche di fratturazione idraulica (“fracking”), rappresenta oggi il 39% della produzione complessiva di gas naturale degli Stati Uniti ; la sua estrazione compensa le flessioni registrate dalle altre forniture di gas statunitensi e abbassa il fabbisogno di importazioni del paese3. L’effetto netto di questi sviluppi è stato un deciso incremento della disponibilità di risorse naturali, che ha contribuito a ridurre i prezzi del gas naturale.
3 www.eia.gov.com
In passato, i contratti sul gas, soprattutto in Europa e in Asia, erano accordi contrattuali legati al prezzo del petrolio. Negli ultimi anni, tuttavia, è prevalsa la tendenza a preferire l’indicizzazione al gas. Ciò ha in parte contribuito a un apparente sganciamento dei prezzi del gas naturale e del petrolio. Con l’aumento del numero di contratti europei e asiatici indicizzati al gas, i prezzi internazionali dovrebbero riflettere più fedelmente i fondamentali della commodity sottostante. Ad esempio, alcuni contratti giapponesi indicizzati al petrolio giunti a scadenza vengono rinegoziati con un’indicizzazione al prezzo del gas Henry Hub, nella speranza che ciò consenta di abbassare i costi d’importazione.
- Tipologie d'investimento
- Azioni
- Future
- Exchange Traded Product (ETP)
Gli investitori possono ottenere un’esposizione indiretta al gas naturale acquistando i titoli di società quotate in borsa coinvolte nell’esplorazione, raffinazione, trasporto e commercio del gas naturale. La redditività delle aziende del gas naturale è in parte determinata dai prezzi del gas naturale; pertanto, quando i prezzi sono elevati è possibile che gli utili riflettano tali rincari. Tra le multinazionali che offrono un’esposizione al gas naturale figurano ExxonMobil (Stati Uniti), Royal Dutch Shell (Regno Unito) e Gazprom (Russia).
Il future più negoziato è l’Henry Hub Natural Gas Future, quotato sul Chicago Mercantile Exchange (CME). I prezzi dei future sul gas naturale si basano sulla consegna presso l’Henry Hub sito in Louisiana. Il lotto di negoziazione è di 10.000 milioni di unità termiche britanniche (mmBtu) e le quotazioni sono in dollari e centesimi di dollaro USA per mmBtu. L’orario di negoziazione va dalle 08:00 alle 13:30 CT.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. I contratti acquistati possono essere più costosi di quelli venduti (curva dei future ascendente), con ripercussioni negative sui rendimenti degli investimenti. Tale fenomeno viene chiamato “contango”. Viceversa, è possibile che i contratti acquistati siano meno costosi di quelli venduti (curva dei future discendente), con effetti positivi sui rendimenti degli investimenti. Questo scenario è noto come “backwardation”. Il costo/beneficio derivante dal roll over dei contratti future viene chiamato “rendimento roll”. I contratti future sul gas naturali hanno registrato rendimenti roll fortemente negativi negli ultimi anni (per maggiori informazioni si rimanda a ETPedia, la nostra enciclopedia sugli ETP, accessibile cliccando qui)
Gli ETP sul gas naturale replicano degli indici creati per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future su questa commodity. Il prezzo spot del gas naturale non è investibile, poiché comporterebbe la detenzione fisica della materia prima. Gli investitori devono dunque tenere presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sul gas naturale, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta, i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o da quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sul gas naturale figurano il Dow Jones–UBS Natural Gas Subindex, l’S&P GSCI Natural Gas Index, l’UBS Bloomberg CMCI Natural Gas Index, il Rogers International Commodity Index Natural Gas, il Barclays Capital Natural Gas Seasonal Index (Stati Uniti) e il Teucrium Natural Gas Fund Benchmark Index (Stati Uniti).
Oro
L’oro è un metallo prezioso di colore giallo brillante, usato nel corso dei secoli come riserva di valore e moneta nonché nella produzione di gioielli. È indistruttibile e fungibile pur essendo malleabile e duttile, ed è un buon conduttore di calore ed elettricità, il che lo rende adatto ad alcuni usi industriali oltre che a scopi d’investimento, talvolta in lega con altri metalli. L’ammontare di oro detenuto nelle riserve fuori terra supera di gran lunga l’offerta e ciò implica che un’improvvisa impennata della domanda di oro può essere soddisfatta mediante la vendita delle riserve auree esistenti.
L’oro può essere contenuto in minerali “free-milling” (macinazione libera) o nei solfuri minerali. L’oro contenuto nei minerali a macinazione libera può essere separato per gravità e lisciviazione convenzionale. Di norma, i minerali solforosi vengono sottoposti a processi combinati di flottazione, arrostimento e lisciviazione. Tutti questi processi danno come prodotto finale lingotti non raffinati contenenti oro, argento e altre impurità, detti “dore bar”. Quest’oro viene successivamente raffinato fino a ottenere un grado di purezza del 99,99%, per poi essere venduto sui mercati di tutto il mondo.
L’oro viene usato perlopiù in gioielleria e si misura in carati. Ha anche alcuni impieghi industriali, tra cui conduttori e contatti elettrici, elettronica, odontoiatria restaurativa, applicazioni mediche, chimica e fotografia.
- Il Mercato In Breve
- Offerta
- Domanda
- Scorte in superficie
La Cina è il più grande produttore di oro del mondo, con 383 tonnellate di produzione mineraria nel 2019. Fino al 2016, il Paese ha assistito a un’enorme crescita della produzione mineraria, in declino da allora. Ciò è in parte dovuto a un’applicazione più rigorosa delle normative di tutela ambientale. Nel 2019, la Russia ha superato l’Australia come secondo maggior produttore mondiale, poiché diverse nuove miniere inaugurate nel 2018 hanno raggiunto tassi di piena produzione l’anno dopo.
Figura 1: Produzione mondiale di oro, 2019
Fonte: Metal Focus
Il consumo di gioielli è la principale fonte di domanda fisica seguita da investimenti fisici (esclusi i prodotti ETP). Il consumo di gioielli, trattandosi di un mercato sensibile ai prezzi, ha registrato un calo della domanda nel 2019 e nel 2020, quando i prezzi erano in salita. Al contrario, nel 2013 e 2014, quando si è verificato un forte ribasso dei prezzi, la domanda di gioielli è aumentata notevolmente, soprattutto in Cina e in India, due paesi con una forte affinità culturale verso questo metallo.
Figura 2: Domanda di oro, fine 2020
Fonte: Metal Focus
Una delle caratteristiche uniche dell’oro risiede nel fatto che le scorte fuori terra sono ingenti rispetto alla fornitura mineraria annuale e alle riserve stimate sotterranee. L’oro può trasformarsi in tempi relativamente rapidi, passando dai gioielli ai lingotti alle monete. Questo prezioso metallo non viene “consumato” allo stesso modo di molti altri (ad esempio, la maggior parte dei metalli viene impiegata per applicazioni industriali, con conseguente uscita dal mercato). Per tale ragione, alcuni lo considerano un asset monetario. Tuttavia, contrariamente alle valute fiat emesse dalle banche centrali, l’offerta aurea può essere incrementata con facilità. Anche per tale motivo, gli investitori si rivolgono all’oro quando le banche centrali rafforzano l’offerta monetaria.
Figura 3: Scorte d’oro in superficie e riserve sotterranee, 2020
Fonti: World Gold Council
- Fattorii e Tendenze Chiave
- Inflazione e politiche monetarie
- ETP
- Banche centrali
- Diversificazione di portafoglio
L’oro ha storicamente evidenziato un andamento positivo nelle fasi di forte allentamento monetario e inflazione elevata. A differenza delle monete, che sono facilmente manipolate dalle politiche delle banche centrali, l’offerta aurea è fisicamente limitata, conferendo all’oro il suo status di riserva di valore.
Figura 4: Prezzo dell’oro rispetto all’inflazione USA
Fonti: Bloomberg, WisdomTree.
Gli ETP sull’oro forniscono agli investitori un’esposizione all’andamento del prezzo spot del lingotto d’oro. I prodotti basati sull’oro fisico sono garantiti da lingotti d’oro detenuti nei caveau. Il primo ETP sull’oro è stato creato nell’aprile del 2003 e quotato sull’Australian Stock Exchange. I buoni risultati conseguiti da questo ETP sull’oro hanno fatto sì che venissero quotati altri prodotti analoghi in più di 30 borse in tutto il mondo, con un conseguente marcato aumento del patrimonio gestito rispetto alla data di lancio iniziale. Gli investitori hanno premiato gli ETP sull’oro perché grazie a questi prodotti possono operare in maniera economica e sicura sul mercato dei lingotti senza dover prendere in consegna l’oro fisico.
Tra il 1989 e il 2009, le banche centrali sono state venditrici nette d’oro. Nell’ultimo decennio, sono state invece acquirenti nette, fenomeno che ha riguardato soprattutto gli istituti dei mercati emergenti. Nel 2018 l’acquisto di lingotti da parte delle banche centrali ha raggiunto il picco di 656,2 tonnellate. Nel 2019, gli acquisti hanno sfiorato le 648,2 tonnellate ma, nel 2020, si sono più che dimezzati scendendo a 273 tonnellate. Il rallentamento degli acquisti di lingotti da parte delle banche centrali è stato guidato dalla Russia. Dopo anni di acquisti aggressivi, la banca centrale russa (2299 tonnellate) detiene oggi quantità d’oro analoghe a quelle degli istituti centrali di Francia (2436 tonnellate) e Italia (2452 tonnellate).
L’inserimento di oro in un portafoglio d’investimento fornisce utili vantaggi da diversificazione, poiché questo metallo ha mostrato una scarsa correlazione storica con quasi tutte le principali classi d’attivo, con effetti positivi di lungo termine per i portafogli bilanciati. In passato, l’oro ha registrato buone performance rispetto alle azioni e ad altri attivi di rischio nelle fasi di estrema instabilità economica. L’oro svolge un’importante funzione di copertura nei periodi di forte volatilità, poiché di norma esibisce un basso grado di correlazione con il più ampio contesto economico.
Per ulteriori informazioni sull’oro e le sue caratteristiche di investimento, consultare
Gli investitori possono acquistare un’ampia gamma di monete d’oro, emesse da diversi governi in tutto il mondo. Le monete d’oro possono avere pesi compresi tra 1/20 di oncia e 1000 grammi. I pesi più comuni (in once troy) sono 1/20, 1/10, 1/4, 1/2 e 1 oncia.
I lingotti d’oro possono essere acquistati in varie pezzature, che vanno da un grammo a 400 once troy (lingotto London Good Delivery). Gli investitori possono scegliere tra diverse tipologie di lingotti, tutte conformi ai requisiti di purezza del 99,5%.
One way investors can gain exposure to gold is by purchasing publically listed gold mining stocks. The share price of gold miners is driven in part by the gold price. Mining equities are however exposed to a number of other factors which can affect their share price.
Un conto allocato è un conto detenuto presso un operatore a nome del cliente; il conto specifica che sono stati “allocati” lingotti d’oro univocamente riconducibili a un dato cliente e che tali lingotti sono separati dagli altri metalli custoditi nel caveau dell’operatore. Il possesso legale di questi lingotti è interamente del cliente; l’operatore lo custodisce per conto del cliente in veste di depositario.
La maggior parte dei metalli negoziati sui mercati di Londra e Zurigo viene scambiata e regolata su base “non allocata”. I lingotti detenuti secondo tale modalità non conferiscono al titolare la proprietà di specifici lingotti, bensì gli danno il diritto a richiedere la consegna di determinate quantità di metallo.
Il contratto più diffuso è il CME Group COMEX Gold Futures, che viene scambiato a New York con il simbolo “GC”. L’orario di negoziazione va dalle 08:20 alle 13:30 ET. L’oro consegnato nell’ambito di questo contratto deve avere un grado di finezza minimo del 99,5%.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati dell’oro sono spesso in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio e di assicurazione del prezioso metallo. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
Gli ETP sull’oro possono essere di due tipi: fisici e non fisici. I prodotti fisici cercano di fornire agli investitori un rendimento equivalente ai movimenti del prezzo spot dell’oro (meno i costi di gestione e stoccaggio). Per ulteriori informazioni riguardo agli ETP sull’oro con copertura fisica, si rimanda al testo “Due Diligence: Due Diligence: Choosing A Physical Gold ETP. I prodotti non fisici (basati su swap) replicano gli indici strutturati per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future sull’oro. Gli investitori devono tenere presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sull’oro, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in “backwardation”) o il costo (in caso di “contango”) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Per ulteriori informazioni sugli investimenti in oro tramite prodotti ETP si invita a visitare la nostra sezione dedicata agli ETP sull’oro.
Platino e Palladio
Il platino e il palladio appartengono a un insieme di metalli noti come metalli del gruppo del platino (MGP), di cui fanno parte anche rodio, rutenio, iridio e osmio. In genere, questi metalli si trovano negli stessi depositi minerali e condividono proprietà chimiche analoghe. Tra gli MGP, il platino e il palladio sono i più utilizzati e vengono di norma trovati insieme a piccole quantità di altri metalli come l’oro, il rame e il nichel. Gli MGP sono classificati come metalli rari o preziosi.
La produzione degli MGP prevede un processo in tre fasi: estrazione, fusione e raffinazione. Solitamente, gran parte dell’attività di estrazione avviene nel sottosuolo, dato che molti depositi si trovano al di sotto della superficie terrestre. I minerali estratti vengono frantumati e macinati per liberare le particelle di MGP, successivamente sottoposte a un processo di flottazione che dà luogo al concentrato. Questo concentrato viene sottoposto a un processo di asciugatura e fusione tramite il quale si ottiene un prodotto matto, che viene raffinato separando gli MGP dagli altri metalli in esso contenuti. I processi di produzione del platino e del palladio sono generalmente molto simili.
Platino e palladio sono usati principalmente nei catalizzatori per autoveicoli e in altre applicazioni industriali nei settori della chimica, dell’elettricità, del petrolio, del vetro e dell’odontoiatria. Vengono usati anche per produrre gioielli e a scopi d’investimento.
Il maggior produttore di platino è il Sudafrica, da cui è provenuto oltre il 70% dell’offerta mondiale tra il 2015 e il 2020. Questo livello di concentrazione fa sì che il totale del platino prodotto sia determinato prevalentemente dalle variazioni a livello della produzione sudafricana. Un esempio dell’impatto di tale grado di concentrazione è dato dal calo del 20% nel 2020, trainato da un calo del 27% della produzione in Sudafrica, a causa delle misure di distanziamento sociale, dovute alla pandemia, nelle miniere e all’interruzione dell’attività presso Anglo Converter Plant (ACP), l’unità operativa di Anglo American Platinum (Amplats).
Il palladio viene prodotto principalmente in due paesi: la Russia e il Sudafrica, che nel 2020 hanno fornito rispettivamente il 41% e il 31% dell’offerta mondiale. Prima del 2015, il Sudafrica era un produttore maggiore della Russia, ma quest’ultima lo ha superato a partire dal 2016. Il palladio è in deficit d’offerta dal 2015. Tale scarsità ha contribuito all’aumento del prezzo, più che quadruplicato tra il 2015 e il 2020.
Figura 1: Platino, offerta mineraria, 2020 (tonnellate)
Fonti: Johnson Matthey, WisdomTree
Figure 2: Palladio, offerta mineraria, 2020 (tonnellate)
Fonti: Johnson Matthey, WisdomTree
La principale fonte di domanda, sia per il platino che per il palladio, è rappresentata dal settore automobilistico. Un catalizzatore (o marmitta catalitica) è un dispositivo installato nelle auto con motore a combustione interna che converte gli inquinanti nocivi in gas più sicuri. I metalli del gruppo del platino (PGM) tra cui platino, palladio e rodio sono elementi essenziali per sviluppare questa conversione chimica all’interno dei catalizzatori per auto. Le marmitte catalitiche furono introdotte per la prima volta a metà degli anni settanta e oggi vengono utilizzate in quasi tutti i veicoli con motore a combustione interna (inclusi i veicoli ibridi). Nel 2019, le automobili rappresentavano il 32% della domanda di platino e l’86% della domanda di palladio.
Oggi, ci sono maggiori carichi di palladio nei catalizzatori per auto a benzina e maggiori carichi di platino nei catalizzatori per auto diesel. Tuttavia, entrambe queste tipologie di marmitte contengono una certa quantità di ciascun metallo. L’Europa è il più grande mercato di autovetture diesel al mondo. Nella maggior parte del resto del mondo predominano le auto a benzina.
Il mercato della gioielleria rappresentava il 23% della domanda di platino nel 2020. Ha registrato un calo costante dal 2015 al 2020, passando da 85,5 mila tonnellate a 49,3 mila tonnellate nel 2020. Il mercato della gioielleria per il palladio è molto piccolo al confronto, poiché rappresenta meno dell’uno percento della domanda.
La domanda di investimenti in platino si è attestata in una forchetta compresa tra l’1% e il 13% di tutta la domanda tra il 2015 e il 2020. La domanda di investimenti in palladio, invece, è scesa ogni anno dal 2015 e, in realtà, ha rappresentato una fonte d’offerta in questo mercato tirato.
Figura 3: Impieghi mondiali di platino, 2020 (tonnellate)
Fonti: Johnson Matthey
Figura 4: Impieghi mondiali di palladio, 2020 (tonnellate)
Fonti: Johnson Matthey
- Fattorie e Tendenze Chiave
- Concentrazione dell’offerta
- Industria automobilistica
- Riciclaggio
Vista la concentrazione geografica dell’offerta di MGP, questioni quali l’interferenza governativa sui mercati, l’instabilità politica, le carenze infrastrutturali e le tensioni sociali in Sudafrica e Russia hanno il potenziale di incidere in maniera sostanziale e protratta nel tempo sulla produzione di questi metalli, con ripercussioni anche sulle rispettive quotazioni. Le questioni legate all’offerta, come le dispute sindacali e la razionalizzazione dei prodotti, sono fattori determinanti ai fini del prezzo del platino.
Il settore automobilistico è uno dei principali consumatori di platino e palladio, entrambi utilizzati nei catalizzatori delle vetture a motore. Oggi, ci sono maggiori carichi di palladio nei catalizzatori per auto a benzina e maggiori carichi di platino nei catalizzatori per auto diesel. Tuttavia, entrambe queste tipologie di marmitte contengono una certa quantità di ciascun metallo. L’Europa è il più grande mercato di autovetture diesel al mondo. Nella maggior parte del resto del mondo predominano le auto a benzina. Tuttavia, le auto diesel hanno perso terreno anche nel Vecchio continente in seguito al “Dieselgate”1 e all’inasprimento degli standard sulle emissioni di particelle in tutta Europa, dove le auto diesel vengono soppiantate da quelle a benzina2. A seguito di questo cambiamento della domanda, i prezzi del palladio sono più che quadruplicati tra il 2015 e il 2020; mentre i prezzi del platino sono rimasti sostanzialmente invariati tra il 2015 e il 2020 (in calo tra il 2015 e il 2018, avevano poi compensato le perdite entro il 2020).
Con l’innalzamento degli standard di emissione nel mercato dei veicoli commerciali, il platino sta assistendo ad un’iniziale stabilizzazione della domanda (poiché questi veicoli sono principalmente diesel).
Anche la crescita dell’economia dell’idrogeno potrebbe rappresentare una nuova fonte di domanda per il platino. Anche i veicoli a celle di combustibile, infatti, utilizzano il platino (non il palladio o il rodio) come catalizzatore principale nelle reazioni per produrre elettricità e acqua dall’idrogeno e dall’ossigeno. Inoltre, il platino viene utilizzato negli elettrolizzatori che producono idrogeno.
1 The Volkswagen emissions scandal (also know as Dieselgate) began in September 2015, when the United States Environmental Protection Agency (EPA) issued a notice of violation of the Clean Air Act to German automaker Volkswagen Group. The agency had found that Volkswagen had intentionally programmed turbocharged direct injection (TDI) diesel engines to activate their emissions controls only during laboratory emissions testing which caused the vehicles' NOx output to meet US standards during regulatory testing, but emit up to 40 times more NOx in real-world driving.
2 While diesel cars have lower carbon emissions than gasoline cars, they tend to have higher NOx emissions. Carbon emissions are more easily dealt with by the autocatalyst whereas NOx emissions require additional devices.
Il riciclaggio costituisce una fonte significativa d’offerta nel mercato dei metalli del gruppo del platino, poiché le auto che concludono il proprio ciclo vitale rappresentano una consistente fonte d’approvvigionamento. Circa un quarto dell’offerta totale di platino e un terzo di quella del palladio provengono da attività di recupero.
- Investimenti
- Monete e lingotti
- Azioni
- Future
- ETP (exchange traded product)
Gli investitori interessati a detenere platino e palladio fisici possono acquistare monete o lingotti di questi metalli, la cui compravendita avviene tramite operatori specializzati. Negli Stati Uniti e in Europa ci sono diverse società di raffinazione che producono piccoli lingotti di platino fino a un chilo di peso (32,15 once troy) per finalità d’investimento.
Gli investitori possono acquisire un’esposizione al platino e al palladio investendo in società quotate in borsa coinvolte nella produzione di questi due metalli. Le due aziende di maggiori dimensioni sono Anglo American Platinum Ltd. e Impala Platinum Holdings Ltd., che insieme controllano il 45% della produzione di platino. L’azienda di maggiori dimensioni operante nel settore del palladio è MMC Norilsk Nickel OJSC, con una quota di mercato del 41%3.
I future sul platino e sul palladio vengono negoziati sul New York Mercantile Exchange (NYMEX) e sul London Platinum and Palladium Market (LPPM). I NYMEX Platinum Futures scambiano con il simbolo “PL” in lotti da 50 once troy e i prezzi sono in dollari e centesimi di dollaro USA per oncia troy. I NYMEX Palladium Futures vengono trattati con il simbolo “PA” in lotti da 100 once troy. Entrambi i contratti prevedono il regolamento fisico.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati del platino sono spesso in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio e di assicurazione del prezioso metallo. Il palladio è stato spesso in backwardation negli ultimi cinque anni, riflettendo l’acuta scarsità d’offerta sul mercato. I mercati in contango presentano un freno alla performance, mentre la backwardation migliora la performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
Gli ETP sul platino e sul palladio possono essere di due tipi: fisici e non fisici. I prodotti fisici cercano di fornire agli investitori un rendimento equivalente ai movimenti del prezzo spot del platino e del palladio (meno i costi di gestione e stoccaggio). I prodotti fisici sugli MGP sono garantiti da un quantitativo corrispondente di lingotti depositato in un caveau. Il London Platinum and Palladium Market (LPPM) garantisce la presenza di un mercato standardizzato per la negoziazione di metalli imponendo requisiti minimi in termini di qualità dei metalli e ispezionando gli stoccaggi.
I prodotti non fisici (basati su swap) replicano degli indici creati per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future sul platino e sul palladio. Gli investitori devono tenere presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sul platino e sul palladio, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta, i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o da quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso). Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sul platino figurano il il Bloomberg Platinum Subindex; il Bloomberg CMCI Platinum Index e lo S&P GSCI Platinum Index.
Argento
L’argento è un metallo prezioso di color bianco brillante dotato di un’elevata conduttività elettrica e termica. Pur essendo considerato un metallo prezioso più duro dell’oro, l’argento rimane malleabile e duttile. L’argento è stato usato per millenni come materiale per la fabbricazione di ornamenti e utensili, come moneta di scambio nonché come base di numerosi sistemi monetari. L’argento si trova in natura in alcuni minerali e in composti con l’oro, il rame, il piombo e lo zinco. Gran parte della produzione di argento rappresenta un sottoprodotto dell’estrazione di questi metalli.
L’argento può essere estratto dal minerale usando diversi metodi, di cui il più diffuso è il processo di cianurazione. Il minerale viene frantumato e successivamente sottoposto a ossidazione, onde appurare l’effettiva presenza del metallo prezioso oltre ai solfuri. L’argento viene immerso in una soluzione di acqua e cianuro di sodio e poi separato, solitamente utilizzando lo zinco, che fa precipitare l’argento dalla soluzione. Successivamente, viene filtrato, fuso e trasformato in lingotti. Questo metodo di produzione consente di lavorare anche i minerali d’argento di minore qualità.
Oltre ad essere usato nella produzione di gioielli e argenteria, l’argento ha diverse applicazioni industriali, tra cui interruttori, contatti e fusibili per apparecchiature elettriche, applicazioni elettroniche, batterie, brasatura e saldatura, reattori nucleari, produzione di celle solari, purificazione dell’acqua, settore medicale. Viene inoltre utilizzato come catalizzatore. I veicoli elettrici e fotovoltaici potrebbero diventare i principali driver di crescita della domanda d’argento nei prossimi anni.
Tra il 2010 e il 2019, l’offerta di argento è rimasta perlopiù stabile. E’ tuttavia diminuita nel 2020, a causa della pandemia di coronavirus che ha provocato il calo della produzione mineraria. Nel 2020, la produzione mineraria rappresentava circa l’80% dell’offerta totale, mentre i rottami d’argento ne rappresentavano circa il 19%. Come illustrato nella figura di cui sotto, il Messico è il maggiore produttore d’argento del mondo, con il 23% d’offerta totale nel 2019. Al secondo posto si attestava il Perù con il 16% e al terzo la Cina con il 13%.
Figura 1: Offerta mondiale d’argento, 2019
Source: World Bureau of Metal Statistics, Metals Focus
Come illustra la figura seguente, oltre la metà della domanda complessiva d’argento è trainata dalle applicazioni industriali. Le applicazioni industriali dell’argento sono tra le più disparate. Secondo il Silver Institute, l’argento è usato nei settori di energia solare, elettronica, fotografia, applicazioni mediche, depurazione dell’acqua e automobilistico. L’industria della gioielleria e dell’argenteria rappresentano circa il 20% della domanda complessiva d’argento.
Per ciò che concerne le fonti di energia rinnovabile, l’argento rappresenta una componente chiave del fotovoltaico (pannelli solari). Circa il 10% (96 milioni di once) di tutti gli usi dell’argento nel 2020 ha riguardato il fotovoltaico e il suo utilizzo in questa categoria è raddoppiato dal 2014. Viene usato più argento nel fotovoltaico che nelle categorie di argenteria e fotografia messe assieme. In considerazione dell’impegno a raggiungere emissioni zero entro il 2050 da parte di Unione Europea, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, nonché di intenti analoghi espressi dalla Cina per il 2060, ci aspettiamo che l’uso del fotovoltaico si espanda. Nonostante la tendenza alla parsimonia – impiegare minori quantità d’argento per ciascuna applicazione solare- ci aspettiamo che il volume delle installazioni solari si espanda aggressivamente nei prossimi decenni, date le aspirazioni al rinnovabile.
L’uso d’argento anche nei veicoli elettrici rappresenta un’altra entusiasmante via di crescita. L’uso d’argento nei veicoli elettrici a batteria varia tra i 25-50 grammi (g) per veicolo, contro i 25-28g per i veicoli con motore a combustione interna. La domanda d’argento proveniente dal settore automobilistico potrebbe salire a 88 milioni di once (Moz) entro il 2025, dai 51Moz nel 2020, a causa della proliferazione dei veicoli elettrici sulle strade.
Figura 2: Impiego mondiale di argento, 2020
Fonti: Metals Focus
- Fattori e Tendenze Chiave
- Rapporto oro/argento
- Domanda industriale
- Investimenti
- Volatilità
Il rapporto oro/argento indica quante once d’argento sono necessarie per comprare un’oncia d’oro. L’utilizzo storico dell’argento come moneta e riserva di valore conferisce a questo metallo un forte legame con l’oro e questo collegamento è stato un indicatore importante per gli investitori che seguono il settore dei metalli preziosi. In passato, le correlazioni con l’oro sono state utili anche per prevedere le oscillazioni di prezzo.
Figura 3: Rapporto oro/argento, 2010/2021
Fonti: Bloomberg
Pur essendo considerato un metallo prezioso, una caratteristica distintiva dell’argento è la sua dualità: legato al prezzo dell’oro in alcune circostanze e alle dinamiche industriali in altre. Dato che le applicazioni industriali di questo metallo costituiscono più del 50% della domanda a valle complessiva, come illustrato dalla Figura 2, il prezzo dell’argento è strettamente correlato con il ciclo economico e la domanda industriale. Il metallo ha molteplici utilizzi finali, e tale aspetto può contribuire a sostenerne il prezzo quando i cicli di crescita in un determinato settore risultano più deboli che in altri.
Negli ultimi anni, la domanda per finalità d’investimento ha giocato un ruolo significativo nel determinare il prezzo dell’argento. Gran parte di questa domanda si è tradizionalmente tradotta nel possesso di lingotti fisici, ma la creazione di exchange traded product (ETP) e di derivati sull’argento ha garantito la continua espansione della domanda di argento da investimento. A partire dal lancio del primo ETP, risalente al 2006, gli investimenti in ETP sull’argento sono sempre aumentati su base annua.
In passato, il prezzo dell’argento è stato più volatile di quello dell’oro, essendo soggetto a oscillazioni di gran lunga superiori. Ciò è dovuto in parte alla sua elevata sensibilità al ciclo economico globale, nonché ai diversi impieghi per scopi d’investimento.
Gli investitori possono detenere argento fisico acquistando monete o lingotti d’argento, la cui compravendita avviene mediante operatori specializzati in lingotti. Tra le monete più scambiate figurano l’American Eagle, la Canadian Maple Leaf e la Britannia. I lingotti d’argento sono disponibili in diverse pezzature.
Gli investitori possono acquisire un’esposizione indiretta al prezzo dell’argento investendo in società quotate in borsa che prendono parte al ciclo di produzione primario di questa materia prima. Tra le aziende di maggiori dimensioni figurano Fresnillo (Messico), GlencoreXstrata PLC (Svizzera), Industrias Penoles SAB de CV (Messico), KGHM Polska Miedz SA (Polonia) e Pan American Silver Corp (Canada).
Il contratto di riferimento globale è il CME Group COMEX Silver Futures, che viene scambiato a New York con il simbolo “SI”. Il volume del contratto è pari a 5.000 once troy e l’orario di negoziazione va dalle 8:25 e alle 13:25 ET. L’argento consegnato nell’ambito di questo contratto deve avere un grado di finezza minimo del 999%.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati dell’argento sono solitamente in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio e di assicurazione del prezioso metallo. I mercati in contango presentano un freno alla performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
Gli ETP sull’argento possono essere di due tipi: fisici e non fisici. I prodotti fisici cercano di fornire agli investitori un rendimento equivalente ai movimenti del prezzo spot dell’argento (meno i costi di gestione e stoccaggio). I prodotti non fisici (basati su swap) replicano gli indici strutturati per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future sull’argento. Gli investitori devono tenere presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sull’argento, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sull’argento figurano il Bloomberg Silver Subindex e lo S&P GSCI Silver Index.
Allumino
L’alluminio è il terzo elemento più abbondante nella crosta terrestre e pesa all’incirca un terzo rispetto all’acciaio e al rame. Possiede svariate proprietà che lo rendono vantaggioso per l’economia: è malleabile, duttile, facile da lavorare e fondere, ha un’eccezionale resistenza alla corrosione e un’elevata durabilità.
Ci sono due modi per produrre alluminio. La produzione primaria prevede l’estrazione del minerale di alluminio (più conosciuto con il nome di bauxite). La bauxite, che si trova soprattutto nel suolo di diverse regioni tropicali, viene raffinata ottenendo l’allumina, successivamente purificata fino a ricavare l’alluminio. Ci vogliono circa cinque tonnellate di bauxite per produrre due tonnellate di allumina e due tonnellate di allumina per produrre una tonnellata di alluminio.
L’alluminio è anche altamente riciclabile: lo dimostra il fatto che la maggior parte dell’alluminio prodotto è ancora in uso. Inoltre, la produzione di alluminio riciclato richiede una quantità considerevolmente inferiore di energia rispetto alla produzione primaria.
Tra il 2012 e il 2020, la produzione primaria di alluminio è salita del 32,8% e la maggior parte di questa crescita è stata trainata dal crescente output della Cina. Dal 2012 al 2020, la produzione primaria di alluminio è aumentata approssimativamente del 59%. Nel 2020, la produzione di alluminio primaria mondiale si attestava attorno ai 65 milioni di tonnellate metriche, con la Cina a rappresentare il 57% della produzione. Per contro, dal 2012 al 2020, il Nord e il Sud America hanno assistito ad un calo della produzione primaria, rispettivamente del 18 e del 51%.
Figura 1: Produzione primaria mondiale per regione (International Aluminium Institute)
La Cina è sia il principale fornitore che il principale consumatore di alluminio primario. Nel 2019 rappresentava circa il 56% della domanda mondiale di alluminio primario, mentre l’Europa e il Nord America costituivano la maggior parte della domanda al difuori dell’Asia, rispettivamente con il 13,8% e il 10%.
Figura 2: domanda primaria mondiale per regione (Wood Mackenzie)
- Fattori e Tendenze Chiave
- Costruzioni e trasporti
- Costo di produzione
- Emissioni di CO2
- Riciclaggio
- Scorte
Poiché la maggior parte della domanda di alluminio proviene dalla Cina, le statistiche sull’uso finale nel Paese del Dragone possono fungere da proxy per l’uso finale di alluminio a livello mondiale. In Cina, il settore delle costruzioni rappresenta all’incirca il 33% del consumo di alluminio lavorato prodotto a livello mondiale. Tra le caratteristiche che favoriscono l’impiego di alluminio in questo settore figurano l’elevato rapporto resistenza/peso, i metodi di formatura che consentono una maggiore flessibilità di progettazione e la riciclabilità (Aluminium Federation, Aluminium in Building and Construction). Nel settore edile, la Cina sta progressivamente passando dal legno all’alluminio per ottenere il conglomerato cementizio, quale parte integrante del processo di riduzione degli sprechi. La crescita delle costruzioni commerciali e residenziali, soprattutto nei mercati emergenti, è un fattore determinante ai fini dell’aumento della domanda di alluminio.
Un altro importante elemento di traino per la domanda è l’industria dei trasporti (nello specifico automobili e aerospazio). Nei prossimi anni, l’impiego dell’alluminio nella fabbricazione dei veicoli a motore dovrebbe aumentare considerevolmente dato che il settore si prepara ad abbandonare l’acciaio – più pesante – a favore dell’alluminio, al fine di ottemperare ai requisiti imposti dai governi in materia di efficienza delle vetture. Questa dinamica, unita all’accresciuta domanda di veicoli a motore nei mercati emergenti, potrebbe far salire la domanda di alluminio.
Figura 3: uso finale di alluminio in Cina per regione (Bloomberg)
La distribuzione geografica della produzione di alluminio ha subito dei cambiamenti radicali negli ultimi 40 anni, in parte determinati dalle variazioni dei prezzi dell’energia. Il contributo statunitense alla produzione mondiale è diminuito dal 32% nel 1972 (International Aluminium Institute, The Global Aluminium Industry) al 6% nel 2020, anno in cui la Cina ha invece visto la sua quota di mercato salire al 50%. Sebbene tali cambiamenti siano attribuibili a una serie di fattori politici, le abbondanti forniture energetiche domestiche della Cina e i minori costi di produzione hanno giocato un ruolo rilevante. Negli ultimi anni, tuttavia, in seguito ai rincari dei prezzi dell’energia in Cina diverse fonderie del paese si sono trovate a operare in perdita. Ulteriori aumenti dei prezzi energetici potrebbero far salire i costi di produzione, con una conseguente diminuzione dell’offerta eccedentaria cinese.
A differenza della maggior parte degli altri principali produttori di alluminio, la produzione della Cina dipende fortemente dal carbone. Nel 2019, circa il 90% della produzione di energia elettrica della Cina per la produzione di alluminio derivava dal carbone (International Aluminium Institute). Le elevate emissioni di CO2 e le pressioni internazionali hanno portato la Cina a impegnarsi a raggiungere la neutralità dal carbonio entro il 2060. Nuovi vincoli al processo di fusione, basato prevalentemente sull’uso del carbone, porteranno inevitabilmente a una riduzione dell’offerta di alluminio dalla Cina. Inoltre, questa riduzione dell’offerta coinciderà probabilmente con un periodo di aumento della domanda dovuto all’aumento dell’uso dell’alluminio nei veicoli a basso consumo di carburante. Istanze di diminuzione dell’offerta nel breve periodo sono già state osservate in altre regioni. La Mongolia Interna, ad esempio, di recente ha imposto dei tagli alle operazioni di fusione per soddisfare gli obiettivi di consumo energetico del primo trimestre del 2021.
La produzione di alluminio è un processo a uso relativamente intensivo di energia, mentre il riciclaggio dell’alluminio necessita di appena l’8% di energia ed emette solo l’8% di gas serra. Il riciclaggio svolge un ruolo fondamentale nell’uso dell’alluminio, dato che più di un terzo di tutto l’alluminio prodotto a livello mondiale viene ricavato da rottami usati, commercializzati e nuovi (International Aluminium Institute, Global Aluminium Recycling: A Cornerstone of Sustainable Development). Inoltre, il 75% di tutto l’alluminio prodotto è ancora in uso (Bloomberg). Il riciclaggio dell’alluminio contribuisce al risparmio energetico e a ridurre il costo complessivo della produzione, con effetti positivi sull’offerta mondiale totale.
I livelli di stoccaggio dei metalli riflettono l’equilibrio di breve termine tra la domanda e l’offerta presenti sul mercato. Le riserve di alluminio hanno registrato l’incremento più pronunciato tra tutti i metalli industriali all’indomani della crisi creditizia di inizio 2009. Le scorte di alluminio detenute dal London Metal Exchange sono aumentate da 0,93 milioni di tonnellate nel 2007 a 5,21 milioni di tonnellate nel 2012. Da allora, le scorte presso la LME sono costantemente diminuite arrivando a circa 1,35 milioni di tonnellate alla fine del 2020, a indicare un rimbalzo della domanda al difuori della Cina.
- Investimenti
- Azioni
- Future
- ETP (exchange traded product)
Gli investitori possono acquisire un’esposizione indiretta al prezzo dell’alluminio investendo in società quotate in borsa che prendono parte al ciclo di produzione primario di questa materia prima. Tra le più note società di produzione dell’alluminio, segnaliamo: Aluminium Corporation of China Ltd (Cina), China Hongqiao Group (Cina), Rio Tinto PLC (Regno Unito), United Company RUSAL (Russia) e Alcoa Inc. (Stati Uniti).
I future sull’alluminio sono negoziati sulle borse di Londra, New York e Tokyo. Il contratto future sull’alluminio più diffuso è il London Metal Exchange (LME) Aluminium (“AH”). Il metallo sottostante è l’alluminio primario di alta qualità. Il lotto di negoziazione è di 25 tonnellate e i prezzi sono in dollari USA per tonnellata. L’orario per le contrattazioni telefoniche è 11:55-12:00/12:55-13:00 GMT (prima sessione) e 15:15-15:20/15:55-16:00 GMT (seconda sessione). I prezzi dei benchmark globali per i metalli industriali vengono determinati dalle contrattazioni sull’LME e dagli acquirenti.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati dell’alluminio sono spesso in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio dell’alluminio. Tuttavia, quando ci sono segni di stretta dell’offerta, come nel 2021, la curva dei future può andare in backwardation. I mercati in contango presentano un freno alla performance, mentre la backwardation migliora la performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: “Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?”del maggio 2020.
La maggior parte degli ETP sull’alluminio è costituita da prodotti sintetici che replicano indici costruiti per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future sull’alluminio. Gli investitori devono tenere presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sull’alluminio, i rendimenti includeranno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sull’alluminio figurano il Bloomberg Aluminium Subindex, l’S&P GSCI Aluminium Index e lo UBS Bloomberg CMCI Aluminium Index.
Rame
Il rame è un metallo dalle svariate caratteristiche chimico-fisiche che lo rendono essenziale per la nostra società. E’ malleabile, duttile e resistente alla corrosione. Vanta la conduttività più elevata tra i metalli principali ed è pertanto largamente utilizzato nella fabbricazione di applicazioni elettriche ed elettroniche, nonché nella generazione stessa di elettricità ed energia. Altri utilizzi finali del rame sono riconducibili a settori quali il condizionamento dell’aria, il conio di monete, l’attività edile, i macchinari industriali, le telecomunicazioni e i trasporti.
La produzione del rame prevede un processo in tre fasi: lavorazione del minerale, fusione e raffinazione. Il minerale di rame è ricavato prevalentemente dalle miniere a cielo aperto e solo in minima parte estratto in galleria. La concentrazione di rame del minerale non lavorato varia solitamente tra l’1-2%. Nella fase di lavorazione, il minerale estratto viene frantumato e il rame viene separato dalla miscela attraverso un processo chiamato flottazione. Il processo di fusione serve a rimuovere le impurità dal concentrato. La fase di produzione finale è quella dell’elettroraffinazione, che dà luogo al prodotto finale: il rame raffinato.
Il processo di raffinazione del minerale di rame grezzo è denominato “produzione primaria”. Un’altra importante fonte di rame sono i rottami metallici. L’estrazione del rame da rottami metallici viene definita “produzione secondaria”. Il processo di raffinazione per le produzioni secondarie di rame è simile a quello della produzione primaria.
Tutto il rame negoziato al London Metal Exchange è raffinato.
Tra il 2012 e il 2020, il rame estratto è aumentato del 12% e gran parte di tale incremento è attribuibile alla maggiore produzione proveniente da Asia, Africa e Sud America. Durante questi otto anni, la produzione è cresciuta rispettivamente del 19, 12 e 7%. Invece, il Nord America e l’Europa hanno registrato tassi di crescita molto contenuti, rispettivamente pari ad appena il 3 e il 5% dal 2012. Nel 2020, il Sud America e l’Asia hanno fornito quasi il 60% della produzione mineraria globale.
Figura 1: Offerta mineraria mondiale per regione (Bloomberg)
La produzione globale di rame raffinato è superiore a quella mineraria ed è aumentata del 9% tra il 2012 e il 2020. Tale crescita è stata guidata dall’incremento del rame raffinato prodotto in Asia. La Cina ha incrementato la produzione del 59% negli ultimi otto anni ed è il principale fornitore di rame raffinato in Asia, rappresentando oltre il 40% dell’offerta mondiale di rame raffinato.
Figura 2: Offerta raffinata mondiale per regione (Bloomberg)
La domanda di rame raffinato è aumentata del 13% tra il 2012 e il 2020. In questo lasso di tempo, i consumi in Asia sono cresciuti del 30%. In Europa, invece, la domanda è diminuita di circa il 19%. Nel 2020, la Cina ha rappresentato il 58% del consumo mondiale complessivo di rame raffinato.
Figura 3: Domanda raffinata mondiale di rame per regione (Bloomberg)
- Fattori e tendenze chiave
- Ciclicità della materia prima
- Limitazioni d’offerta
- Tecnologie emergenti
- Scorte
Il rame è una materia prima fortemente ciclica in virtù dei suoi utilizzi nei settori dell’edilizia, della fabbricazione di macchinari industriali e della generazione di energia. Dato che la Cina rappresenta una percentuale significativa della domanda globale, il prezzo del rame è particolarmente sensibile ai dati relativi all’attività manifatturiera di questo paese e di altre nazioni asiatiche emergenti. Di norma, quando le economie in via di sviluppo evidenziano tassi elevati di crescita, supportate dall’aumento della produzione industriale, la domanda mondiale di commodity cicliche come il rame è forte.
Figura 4: Impiego finale del rame raffinato a livello mondiale, per regione (Bloomberg)
L’industria estrattiva del rame va incontro a diverse limitazioni specifiche che hanno il potenziale di incidere sulla produzione mondiale di rame minerario. L’abbassamento della qualità dei minerali di rame costituisce un ostacolo rilevante, particolarmente sentito dai produttori più maturi come il Cile e gli Stati Uniti. Questo abbassamento della qualità non solo incide sui volumi di produzione, ma contribuisce anche a far salire i costi, dato che bisogna estrarre più minerali per conseguire lo stesso livello di output. La miniera di rame Grasberg, una delle più grandi del mondo, ha esaurito quasi tutto il minerale a cielo aperto di alta qualità, costringendo Freeport a passare a operazioni estrattive prevalentemente sotterranee. In Sud America, le industrie estrattive sono state interessate da svariate dispute sindacali, che hanno danneggiato la produzione di rame della regione. I volumi di produzione nelle principali miniere sono diminuiti a causa delle protratte controversie lavorative e dei timori di danni ambientali sollevati dagli abitanti delle zone interessate. Le misure varate dalle autorità, come le politiche fiscali e l’attività di regolamentazione del settore, hanno esercitato ulteriori pressioni sulle aziende estrattive e tutto ciò può causare un brusco calo dell’offerta. Più recentemente, le interruzioni dell’attività per contenere la diffusione del Covid-19 hanno ritardato le forniture.
Il rame viene sempre più utilizzato in un’ampia varietà di tecnologie emergenti. La domanda di rame è aumentata in modo significativo a causa della maggiore attenzione ai veicoli elettrici e alla produzione di energia pulita. Grazie alle sue proprietà antimicrobiche, il rame sta trovando un maggiore utilizzo nelle applicazioni mediche come alternativa alla plastica. La crescente domanda, unita alla diminuzione dell’offerta, ha contribuito a un deficit del rame raffinato pari a quasi un milione di tonnellate nel 2020.
Le scorte sono un indicatore molto utile delle dinamiche inerenti all’offerta e alla domanda nel settore del rame. Le variazioni dei livelli delle scorte sono necessariamente espressione di cambiamenti nelle condizioni di mercato e gli scostamenti di entità rilevante concorrono di norma alle oscillazioni del prezzo del rame. I cambiamenti di breve termine delle scorte possono riflettere fluttuazioni cicliche a livello di produzione e consumi, mentre i surplus o i deficit di più lungo periodo possono denotare variazioni strutturali di natura fondamentale a livello dell’offerta e della domanda mondiali di rame, ad esempio un calo dei consumi globali ovvero l’esigenza di incrementare la produzione mondiale di rame.
- Investimenti
- Azioni
- Future
- ETP (exchange traded product)
nvestors can gain indirect exposure to copper by investing in publicly listed companies involved in the global mined copper production lifecycle. The largest companies include Codelco; Freeport-McMoRan Copper & Gold; BHP Billiton Ltd.; and Glencore.
I future sul rame sono negoziati a Londra sul London Metal Exchange (LME) e il contratto più scambiato è l’LME Copper. Il codice di negoziazione è “CA” e il metallo sottostante è il rame di grado A. Il lotto di negoziazione è di 25 tonnellate e i prezzi sono in dollari USA per tonnellata. L’orario per le contrattazioni telefoniche è 12:00-12:05/12:30-12:35 (prima sessione) e 15:10-15:15/15:50-15:55 (seconda sessione). I future sul rame possono anche essere negoziati sul Chicago Mercantile Exchange (CME). Entrambi i contratti sul rame LME e CME sono regolati fisicamente. Il rame negoziato su LME può essere consegnato in una qualsiasi delle 34 località in tutto il mondo. Il rame negoziato su CME può essere consegnato solo in località statunitensi e ciò rende il suo prezzo più specifico per gli Stati Uniti. L’imposizione di dazi commerciali può anche determinare la differenza di prezzo tra i due contratti.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati del rame sono spesso in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio. I mercati in contango presentano un freno alla performance, mentre la backwardation migliora la performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
La maggior parte degli ETP è costituita da prodotti sintetici è costituita da prodotti sintetici che replicano indici costruiti per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future sul rame. Gli investitori devono essere consapevoli che quando investono in un ETP, o in qualsiasi altro strumento finanziario che replica indici i quali offrono un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sul rame, i rendimenti includeranno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (se la curva è in contango) del roll over dei future per mantenere l’esposizione ai rendimenti dei future sul rame. Talvolta i rendimenti complessivi degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sul rame figurano il Bloomberg Copper Subindex, l’S&P GSCI Copper Index, l’UBS Bloomberg CMCI Copper Index e il SummerHaven Copper Index (Stati Uniti).
Nichel
Il nichel è un metallo brillante, bianco argenteo, generalmente noto per l’uso nelle monete di diversi paesi. Tuttavia, il nichel possiede anche diverse caratteristiche fisico-chimiche che lo rendono un elemento inestimabile per l’applicazione in numerose attività. Questo metallo vanta infatti un’elevata resistenza alla corrosione e all’ossidazione, nonché un’eccellente resistenza alle alte temperature. Inoltre, il nichel è spesso impiegato in lega con molti altri metalli.
Il nichel viene utilizzato principalmente in lega con altri metalli per la produzione di acciaio inossidabile, i cui usi sono svariati nei prodotti industriali, edili e domestici. È probabile che una maggiore enfasi sull’energia pulita e rinnovabile contribuisca alla domanda di nichel in futuro. Nell’ambito dell’energia pulita/rinnovabile, il nichel è utilizzato in una varietà di applicazioni, tra cui turbine eoliche, celle solari e stoccaggio del carbonio1. Anche la domanda di nichel di alta qualità dovrebbe aumentare in futuro grazie alla sua importanza nelle batterie per auto elettriche.
Il nichel raffinato prodotto dal minerale di nichel grezzo è noto come nichel primario. La produzione di nichel primario dal minerale grezzo è un processo che si svolge in più fasi. Le due principali fonti di nichel primario sono il solfato di nichel e la laterite1. In generale, il minerale di nichel viene estratto e successivamente frantumato, separando il nichel dai materiali di scarto attraverso un processo chiamato flottazione. Nel processo di flottazione, il minerale frantumato viene miscelato con vari reagenti per estrarre il concentrato di nichel. Il concentrato estratto viene quindi fuso a temperature di circa 1350°C per produrre un mascherino di solfuro di ferro nichelato contenente circa il 25-45% di nichel. Lo zolfo viene rimosso dal mascherino attraverso un processo di lisciviazione. Infine, il nichel rimanente viene ulteriormente raffinato attraverso un processo chiamato elettroraffinazione.
Il nichel è anche facilmente riciclato in molte delle sue applicazioni, in cui grandi quantità di nichel secondario o “rottame di nichel” vengono impiegate per integrare il nichel primario.
Tutto il nichel scambiato sul London Metal Exchange è raffinato.
1 WisdomTree Nickle Infographic
- Il Mercato in Breve
- Offerta
- Nuovi metodi di produzione
La produzione mineraria globale è aumentata del 7% tra il 2012 e il 2020. Gran parte di questa crescita è imputabile all’aumento della produzione in Asia e in Europa. La produzione è salita rispettivamente dell’11 e del 10% durante questo periodo di otto anni. L’Indonesia, il più grande produttore di nichel primario in Asia, è stato il principale motore di questa crescita, segnando un aumento della produzione del 19% dal 2012. Indonesia, Filippine e Cina rappresentano circa il 47% della produzione mineraria globale nel 2020. Anche la produzione dei Paesi oceanici è aumentata dell’8% dal 2012 al 2020. Australia e Nuova Caledonia costituiscono quasi tutta la fornitura di attività estrattiva in Oceania, incidendo rispettivamente per circa l’8,8 e l’8,5 % sull’output globale. Il Nord America ha assistito ad un calo della produzione del 9% dal 2012, principalmente a causa della minore produzione in Canada.
Figura 1: Offerta mineraria globale per regione (Bloomberg)
La produzione globale di nichel raffinato è aumentata del 46% tra il 2012 e il 2020. Questa crescita è principalmente attribuibile all’aumento della produzione raffinata in Asia. La Cina, che attualmente rappresenta oltre il 29% della produzione raffinata globale, ha visto un aumento del 39% della produzione raffinata dal 2012 al 2020. Inoltre, i produttori cinesi di acciaio inossidabile hanno cercato di ridurre i costi utilizzando la ghisa nichelata (NPI), un materiale di bassa qualità, invece del nichel raffinato più puro. L’Indonesia è stato uno dei principali esportatori di ghisa nichelata in Cina e, di conseguenza, ha registrato un aumento sostanziale della produzione raffinata dal 2012. L’Indonesia costituisce attualmente quasi il 24% della produzione raffinata mondiale. Russia, Canada e Australia rappresentano altre fonti significative di produzione di nichel raffinato al di fuori dell’Asia.
Figure 2: Offerta raffinata globale per regione (Bloomberg)
La domanda di nichel raffinato è aumentata del 48% tra il 2012 e il 2020. I paesi asiatici sono stati il principale motore di tale aumento della domanda, in parte a causa della maggiore domanda di nichel raffinato per la produzione di batterie dei veicoli elettrici. Nel 2020, la Cina ha rappresentato oltre il 56% della domanda globale. Nel 2020, il nichel primario ha registrato un surplus di offerta di circa 100000 tonnellate. Continua tuttavia a scarseggiare l’offerta di nichel di alta qualità, che è il sottostante per il contratto future sul nichel LME ed è utilizzato nelle batterie agli ioni di litio, a causa della crescente domanda nel mercato dei veicoli elettrici.
Figure 3: Domanda raffinata globale per regione (Bloomberg)
- Fattori e Tendenze Chiave
- Veicoli elettrici
- Condizioni economiche
- Differenziale WTI-Brent
- Scorte
I veicoli elettrici (EV) svolgeranno un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi di emissione di gas serra fissati dai governi. Le batterie agli ioni di litio sono attualmente la tecnologia dominante per le batterie dei veicoli elettrici. Queste batterie utilizzano il nichel in diversi catodi di grande rilevanza, vale a dire il litio con ossido di nichel, manganese e cobalto (NMC) e il litio con ossido di nichel, cobalto e alluminio (NCA). Secondo le stime, l’uso di NMC come materiale catodico rappresenterà più della metà delle soluzioni catodiche entro il 2025 e quasi il 90% entro il 20302. Le batterie costituiscono attualmente circa il 5% della domanda di nichel ma questa cifra dovrebbe salire al 30% entro il 2040.
Figura 4: Secondo le stime, la domanda di nichel aumenterà per sostenere la crescita del mercato dei veicoli elettrici
Inoltre, la vendita di auto elettriche dovrebbe salire dall’8% nel 2020 al 60% nel 2040.
Figura 5: Previsione delle vendite globali di auto per il trasporto passeggeri
2 Nickel’s role in electrifying cars
Circa il 63% del nichel raffinato globale viene utilizzato come metallo di lega nella produzione di acciaio inossidabile, con applicazioni a valle tra cui prodotti edili, industriali e domestici. Di conseguenza, la domanda di nichel è fortemente influenzata dalle condizioni economiche mondiali. Questa tendenza ciclica è emersa con evidenza di recente, durante la pandemia di Covid-19. A marzo 2020, i future sul nichel dell’LME sono scesi a 11109 USD per tonnellata, in un contesto economico desolante, per poi risalire a 17024 USD per tonnellata nel dicembre 2020, con la ripresa dell’economia globale. Recentemente sono emerse alcune preoccupazioni circa la capacità di produrre abbastanza nichel per batterie.
Figura 6: Uso finale del nichel raffinato globale per regione (Bloomberg)
In diversi casi le politiche governative hanno avuto degli effetti sul prezzo del nichel. L’Indonesia, uno dei principali esportatori di nichel primario, ha imposto alcuni divieti alle esportazioni di laterite (una delle principali fonti di nichel), all’inizio del 2020, per sostenere l’industria nazionale della fonderia. Le Filippine, uno dei principali esportatori di nichel primario, avevano precedentemente imposto dei divieti all’estrazione a cielo aperto, a causa di timori sul fronte ambientale. Tuttavia, all’inizio del 2021, queste restrizioni sono state revocate per rafforzare l’economia del paese in seguito alla pandemia di Covid-19. Anche i dazi imposti dai grandi consumatori di nichel possono avere un impatto significativo sul prezzo del nichel.
Le scorte sono un utile indicatore delle dinamiche di domanda e offerta operanti nell’industria del nichel. Le modifiche ai livelli delle scorte tendono a rispecchiare i cambiamenti delle condizioni di mercato e gli eventuali cambiamenti significativi di solito contribuiscono a una variazione del prezzo del nichel. La Cina costituisce la maggior parte della domanda globale di nichel raffinato e, quindi, svolge un ruolo importante nella definizione dei prezzi. I principali magazzini di Shanghai sono considerati i migliori indicatori dei livelli delle scorte domestiche cinesi.
- Investimenti
- Azioni
- Nuovi metodi di produzione
- ETP (Exchange Trade Product)
Gli investitori possono ottenere un’esposizione indiretta al nichel investendo in società quotate in borsa coinvolte nel ciclo vitale della produzione di nichel estratto a livello mondiale. Tra le aziende più grandi: Vale, Norilsk Nichel, Jinchuan Group e Glencore.
I future sul nichel possono essere negoziati a Londra sul London Metal Exchange (LME) e sullo Shanghai Futures Exchange. Per i future emessi dall’LME, il codice del contratto è “LN” e il metallo sottostante deve avere una purezza minima del 99,8%. I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati del nichel sono solitamente in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio e di assicurazione di questo metallo. Tuttavia, quando ci sono segni di stretta dell’offerta, come nel 2021, la curva dei future può andare in backwardation. I mercati in contango presentano un freno alla performance, mentre la backwardation migliora la performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
La maggior parte degli ETP sul nichel è costituita da prodotti sintetici che replicano indici costruiti per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future sul nichel. Gli investitori devono tenere presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sul nichel, i rendimenti includeranno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sul nichel figurano il Bloomberg Nickel Subindex, lo S&P GSCI Nickel Index e lo UBS Bloomberg CMCI Nickel Index.
Cacao
Il cacao si ricava dall’albero del cacao, che cresce in genere nelle foreste pluviali e nei paesi vicini all’Equatore. Scoperto dalle antiche civiltà sudamericane, è arrivato fino in Europa attraverso le colonie spagnole. Successivamente, gli europei hanno introdotto le fave di cacao in Africa, che oggi è il principale produttore di questa materia prima.
Esistono due tipi di fave di cacao: il cacao “Fino de Aroma” e il cacao “ordinario”. Quest’ultima tipologia ha dominato la maggior parte della produzione mondiale negli ultimi cinquant’anni. La stagione di crescita del cacao è a ciclo continuo. Il principale periodo di raccolta inizia a settembre e può estendersi fino ai primi mesi dell’anno successivo.
Il cacao viene usato in tutto il mondo per creare cioccolato e altri prodotti come il burro di cacao ed è utilizzato anche in svariati prodotti farmaceutici e cosmetici.
- Il Mercato In Breve
- Offerta
- Domanda
- Scambi commerciali
La produzione del cacao si concentra prevalentemente nel continente africano, che ha rappresentato il 76%1 della quota di mercato nel 2018/19. Tra il 2011 e il 2020 la produzione mondiale è aumentata del 15%; tuttavia l’offerta può essere volatile poiché la produzione dipende da un vasto numero di condizioni ambientali. Tra il 2011 e il 2020 i tassi di crescita annui sono oscillati tra il -6% e il 19%2. Costa d’Avorio e Ghana sono stati i due maggiori produttori di fave di cacao nel 2018/19 (cfr. figura 1).
1 International Cocoa Organisation
2 International Cocoa Organization, World Cocoa Bean Production, Grindings, and stocks
Figura 1: Offerta globale di fave di cacao per paese, 2018/2019
Fonte: ICCO Quarterly Bulletin of Cocoa Statistics, Vol. XLVII, N. 1, Anno di produzione del cacao 2020/21.
Il consumo globale di cacao si calcola in base alla macinazione delle fave, dato che i produttori tendono a lavorarle a seconda della domanda di prodotti a base di cacao. Tra il 2011 e il 2020, la domanda è cresciuta stabilmente del 17,5%2, evidenziando un andamento molto meno volatile rispetto all’offerta. Il calo dei consumi negli ultimi dieci anni si è verificato tra il 2014 e il 2015. I maggiori produttori di cacao nel 2018/2019 sono stati i Paesi Bassi, la Costa d’Avorio e l’Indonesia (cfr. figura 2). Anche se la macinazione rappresenta un indicatore accurato del quantitativo di cacao lavorato, questo parametro non tiene conto dei paesi in cui sono consumati i prodotti finali. Nel 2018/2019, i maggiori consumatori3 di cacao sono stati gli USA (con 797.000 tonnellate), la Germania (347.000 tonnellate), la Francia (228.000 tonnellate) e il Regno Unito (221.000 tonnellate).
2 International Cocoa Organization, World Cocoa Bean Production, Grindings, and stocks
3 Based in a measure described as “apparent consumption” which is calculated as grindings of cocoa beans plus net imports of cocoa products and of chocolate and chocolate products in beans equivalent (International Cocoa Organization)
Figura 2: Macinazione globale di fave di cacao per paese, 2018/2019
Fonte: ICCO Quarterly Bulletin of Cocoa Statistics, Vol. XLVII, N. 1, Anno di produzione del cacao 2020/21.
Nel 2019 i principali paesi esportatori di cacao sono stati: Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria, Ecuador e Camerun; mentre i principali importatori sono stati: Paesi Bassi, Germania, Malesia, Stati Uniti e Belgio.
Figura 3: Importatori netti globali di fave di cacao, 2019 (miliardi di USD)
Fonte: The Observatory of Economic Complexity.
Figura 4: Esportatori netti globali di fave di cacao, 2019 (miliardi di USD)
Fonte: The Observatory of Economic Complexity.
- Fattori e Tendenze Chave
- Condizioni climatiche
- Politici
- Malattie
- Concentrazione di mercato
- Divario del tenore di vita
L’offerta di cacao è particolarmente sensibile alle condizioni meteorologiche. “El Niño” è un fenomeno climatico che incide sui regimi di precipitazione in diverse parti del mondo. Le analisi statistiche svolte dalla International Cocoa Organization indicano che El Niño esercita un significativo impatto negativo sulla produzione di cacao, riducendo l’output annuale globale in media del 2,4%4.
Durante El Niño, le coltivazioni di cacao subiscono mediamente un decremento del 2,4% in tutto il mondo, del 2% in Costa d’Avorio (che rappresenta il 40% dell’offerta globale) e del 6% in Ecuador (la regione più colpita), secondo uno studio condotto dall’ICCO nel periodo compreso tra il 1949 e il 2008. Di conseguenza, i prezzi del cacao aumentano in media dell’1,66%. Lo studio ha rilevato un legame più debole tra La Niña e la produzione globale. I fenomeni atmosferici legati a El Niño seguono uno schema irregolare per durata e frequenza. L’ultimo picco significativo si è verificato nel 2015-16 ed ha provocato un deficit pari a 174.000 tonnellate metriche. Nel 2021, La Niña (che di solito porta un clima mite e venti secchi di Harmattan più deboli) dovrebbe rivelarsi vantaggiosa in termini di resa dei raccolti e, quindi, svantaggiosa sul fronte dei prezzi.
Inoltre, la coltivazione intensiva dei terreni può incidere negativamente sulla fertilità di alcune aree. Il pericolo di una minore resa agricola, che potrebbe danneggiare l’offerta di cacao, può essere attenuato mediante l’uso di tecniche agroforestali sostenibili. La produttività può essere accresciuta mediante il compostaggio e l’uso generalizzato di fertilizzanti nelle piantagioni di cacao/legname5. Dato il continuo incremento della produzione nei paesi in via di sviluppo, l’adozione di tecniche agricole sostenibili può essere cruciale per proteggere la resa.
4 International Cocoa Organization, ‘Impact of El Niño / La Niña Weather Events on the World Cocoa Economy’
5 World Cocoa Foundation, Challenges
L’instabilità politica in alcune delle maggiori nazioni produttrici di cacao può incidere significativamente sugli scambi commerciali mondiali. Nel 2010, le controverse elezioni presidenziali in Costa d’Avorio, il primo produttore al mondo di cacao, hanno causato una riduzione delle esportazioni portando a notevoli rincari del prezzo del cacao.
Secondo la World Cocoa Foundation, si stima che il 30-40% del raccolto vada perso a causa di infestazioni parassitarie e fitopatie. Le fitopatie hanno mostrato una tendenza alla concentrazione geografica: lo “scopazzo” e la “moniliasi” colpiscono prevalentemente le piantagioni del Sudamerica, mentre quelle africane tendono a soffrire di “virosi del rigonfiamento dei germogli” e della sindrome die-back causata dall’Oncobasidium theobromae (“Vascular Streak Dieback”). Secondo le stime, il fungo detto “Black pod”, diffuso in tutta l’Africa, il Sudamerica e l’Asia, è responsabile del 20-30% del raccolto andato perduto6.
6 International Cocoa Organization, Pests and Diseases
Nell’ultimo decennio, l’industria della lavorazione e del commercio del cacao ha attraversato un’importante fase di concentrazione, che ha visto le maggiori aziende – Archer Daniels Midland (ADM), Barry Callebaut e Cargill – svolgere un ruolo predominante negli scambi commerciali globali. Il volume di Barry Callebaut sui mercati emergenti ha segnato una ripresa alla fine del 2020, davanti all’Europa, con l’Asia più vulnerabile delle Americhe a causa di una maggiore esposizione ai canali esteri. I paesi emergenti rappresentavano il 36% del volume, contro il 26% nel 2013, percentuale leggermente inferiore a quella di Nestlé e Mondelez. Solo il 7% delle entrate di Lindt proviene da questi mercati, ma il dato è in aumento grazie agli accordi di distribuzione e all’espansione della vendita diretta al consumatore.
La Costa d’Avorio e il Ghana hanno intensificato gli sforzi per riformare l’industria del cacao, imponendo un “living income differential” (LDI) fisso, di 400 dollari per tonnellata, su tutti i contratti di cacao venduti da ciascun paese per la stagione 2020/21. Il premio sostituisce una precedente proposta di prezzo minimo per i contratti di cacao, parte di un piano più ampio per combattere la povertà tra gli agricoltori della Costa d’Avorio e del Ghana, che insieme rappresentano oltre il 60% dell’offerta globale. I fondi raccolti grazie al LID saranno utilizzati per incrementare le entrate degli agricoltori, con l’obiettivo di far loro ottenere il 70% del prezzo obiettivo FOB (Free-on-Board) di 2.600USD la tonnellata, secondo quanto recita la lettera inviata dai due governi a una federazione commerciale.
- Investimenti
- Azioni
- Future
- ETP (Exchange Traded Product)
Gli investitori possono acquisire un’esposizione indiretta al mercato del cacao investendo in azioni. Gran parte della produzione di cacao proviene da piantagioni private; tuttavia gli investitori possono acquistare le azioni di due o tre tra le maggiori società di lavorazione del cacao che hanno una certa esposizione al settore. Le tre maggiori aziende quotate in borsa sono Archers Daniel Midland, Barry Callebaut e Cargill.
Il benchmark globale per i prezzi del cacao è l’Intercontinental Exchange (ICE) Cocoa Futures, che scambia con il simbolo “CC”. Il lotto di negoziazione è di 10 tonnellate e i prezzi sono in dollari e centesimi di dollaro USA per tonnellata. I mesi di consegna per ogni contratto sono marzo, maggio, luglio, settembre e dicembre. L’orario di negoziazione è dalle 9:00 alle 19:00 GMT (4:00 - 14:00 ET).
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati del cacao sono solitamente in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio. I mercati in contango presentano un freno alla performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
Gli ETP sul cacao replicano degli indici costruiti per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future sul cacao. Il prezzo spot del cacao non è investibile, poiché comporterebbe la detenzione fisica della materia prima. Gli investitori devono dunque tenere presente che, quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sul cacao, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sul cacao figurano il Bloomberg Cocoa SubIndex Total Return Index, lo UBS Bloomberg CMCI Components USD Total Return Cocoa Index e lo S&P GSCI Cocoa Index Spot CME.
Caffè
La pianta del caffè è originaria delle zone montuose dell’Etiopia. Nel XVI secolo, il caffè veniva consumato in tutto il Medio Oriente e in seguito si è affermato in Europa grazie al commercio degli olandesi. La cultura delle caffetterie si è poi rapidamente diffusa nell’intero continente europeo e negli Stati Uniti, due regioni che consumano tuttora grandi quantità di caffè.
Le varietà di caffè più diffuse a livello mondiale sono due: l’Arabica e la Robusta. L’Arabica è sempre stata la più ricercata ed è considerata anche la più pregiata da quasi tutti i fornitori. Rispetto alla pianta Arabica, più delicata, la specie Robusta è molto più resistente e meno esposta alle malattie. Di norma, i contratti future offrono esposizione a una determinata varietà di caffè. Ad esempio, il contratto Coffee C è il benchmark mondiale per la varietà Arabica.
I “chicchi” di caffè sono in realtà i semi dei frutti della pianta, che quando sono maturi somigliano molto alle ciliegie. Una volta staccati dal frutto, i chicchi vengono lavorati usando principalmente due tecniche: a secco o in umido. Il processo in umido è più costoso e dà origine a caffè di qualità più elevata.
- Il Mercato In Breve
- Offerta
- Domanda
- Scambi commerciali
Tra il 2009/2010 e il 2019/2020, l’andamento annuo della produzione di Arabica si è attestato tra il -43% e il 18%1, con cinque diminuzioni annue registrate nel corso del decennio. Da ciò si intuisce la volatilità dell’offerta globale, che è molto sensibile ai fattori ambientali. Nel corso dell’ultimo decennio, l’offerta mondiale della varietà Arabica è aumentata di appena il 4%2. Il Brasile è di gran lunga il maggior produttore di caffè, avendo controllato il 44%1 della produzione mondiale di Arabica nel 2019/2020 (cfr. figura 1).
1 USDA, Foreign Agricultural Service, Coffee: World markets and Trade, giugno 2013.
2 Di solito, le varietà Arabica e Robusta vengono miscelate prima del consumo finale, pertanto i dati relativi alla domanda si riferiscono alla domanda complessiva di caffè.
Figura 1: Offerta globale di arabica, 2019/2020
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service.
Nel corso dell’ultimo decennio, il consumo globale di caffè2 è aumentato del 27%1 e una parte significativa di tale incremento è riconducibile alla maggiore domanda proveniente sia dai paesi sviluppati che da quelli in via di sviluppo. A partire dalla crisi economica del 2016, la domanda nell’UE è salita del 7%, negli Stati Uniti del 2%, in Indonesia del 53% e in Vietnam del 12%. Invece, nello stesso periodo, il consumo nelle Filippine è sceso del 13%1. Nei prossimi anni, se i salari nelle nazioni in via di sviluppo continueranno a salire, è possibile che questa traiettoria ascendente dei consumi faccia da traino alla domanda globale.
1 USDA, Foreign Agricultural Service, Coffee: World markets and Trade, giugno 2013.
2 Di solito, le varietà Arabica e Robusta vengono miscelate prima del consumo finale, pertanto i dati relativi alla domanda si riferiscono alla domanda complessiva di caffè.
Figura 2: Domanda complessiva di caffè, 2019/2020
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
ra il 2009/2010 e il 2019/2020 le importazioni mondiali sono aumentate del 33%1. I maggiori importatori netti di caffè sono l’UE e gli Stati Uniti, che rappresentano rispettivamente il 45% e il 21%1 delle importazioni mondiali (cfr. figura 3). Il Brasile rappresenta il 29% delle importazioni UE e il 25% di quelle statunitensi1. Negli ultimi cinque anni, tuttavia, la crescita delle importazioni è stata guidata in maniera preponderante dai paesi in via di sviluppo.
Figura 3: Maggiori importatori di caffè, 2016/2021 (migliaia di sacchi da 60 kg)
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service.
Nell’ultimo decennio, le esportazioni mondiali sono aumentate del 38%1. Anche se il Brasile rappresenta oggi più di un quarto delle esportazioni mondiali, altri produttori hanno aumentato le loro esportazioni nell’ultimo decennio, tra cui il Vietnam (+57%), la Colombia (+66%) e l’India (+47%)1 (cfr. figura 4).
1 USDA, Foreign Agricultural Service, Coffee: World markets and Trade, giugno 2013.
Figura 4: Maggiori esportatori di caffè, 2016/2021 (migliaia di sacchi da 60 kg)
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service.
- Fattori e Tendenze Chiave
- Brasile
- Patologie
- Mercati in via di sviluppo
Il Brasile è il maggior produttore di caffè ed è responsabile di circa la metà della produzione mondiale di Arabica, mentre altre grandi nazioni produttrici, come l’Indonesia e il Vietnam, si concentrano principalmente sulla produzione di Robusta. Data questa notevole concentrazione di mercato, ogni cambiamento delle dinamiche di offerta e domanda in Brasile può avere un impatto sostanziale sugli scambi mondiali di caffè e sui prezzi dell’Arabica. In passato, il governo brasiliano ha acquistato le forniture eccedenti al fine di sostenere il mercato. I volumi di produzione elevati in Brasile sono potenzialmente in grado di deprimere i prezzi – un rischio tanto maggiore laddove il governo dovesse decidere di non intervenire.
L’Hemileia vastatrix, detta anche roya o ruggine del caffè, è un fungo che attacca le foglie della varietà Arabica, riducendo la resa e in alcuni casi uccidendo l’intero arbusto. La ruggine del caffè costituisce un rischio considerevole per le forniture globali di caffè. Questa patologia è diffusa in quasi tutte le aree di coltivazione, in particolare in America Centrale, dove nel 2012/2013 si è registrata un’incidenza del 53% – la più alta da quando il fungo ha attaccato per la prima volta l’area3.
3 International Coffee Organization
I consumi di caffè sono strettamente correlati con i livelli di reddito disponibile. Tradizionalmente, i maggiori consumatori di caffè sono sempre stati i paesi sviluppati. Nei prossimi anni, tuttavia, il continuo aumento dei salari nei paesi emergenti potrebbe portare a un significativo incremento dei consumi di caffè, soprattutto in nazioni come il Vietnam e l’Indonesia, che sono produttori importanti.
- Tipologie D'investimento
- Azioni
- Future
- Exchange Traded Product (ETP)
Gli investitori possono ottenere un’esposizione indiretta al mercato del caffè investendo in società quotate in borsa e operanti nella lavorazione e nella distribuzione commerciale del caffè. Tra le società di grandi dimensioni che offrono una certa esposizione al settore figurano Nestlè (proprietaria di Nespresso) e Starbucks. Anche Tata Coffee (India) offre un'esposizione indiretta al mercato del caffè asiatico.
I due maggiori listini dei future sul caffè si trovano a New York (Arabica) e a Londra (Robusta). Il benchmark globale per l’Arabica è il contratto IntercontinentalExchange (ICE) Coffee C, che viene scambiato con il simbolo “KC”. Il lotto di negoziazione è di 37.500 libbre e i prezzi sono in dollari e centesimi di dollaro USA per libbra. Le quotazioni dei contratti avvengono nei mesi di marzo, maggio, luglio, settembre e dicembre, e l’orario di negoziazione va dalle 8:30 alle 19:00 GMT (3:30 am - 2:00 pm ET). In base alle verifiche svolte sulla qualità dei chicchi e sul sapore (determinato mediante l’assaggio) viene emessa una Notifica di certificazione. I caffè giudicati più pregiati scambiano a premio, mentre quelli ritenuti inferiori scambiano a sconto.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati del caffè sono spesso in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio. I mercati in contango presentano un freno alla performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
Gli ETP sul caffè replicano gli indici strutturati per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future sul caffè. Il prezzo spot del caffè non è investibile, poiché comporterebbe la detenzione fisica della materia prima. Gli investitori devono dunque tener presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sul caffè, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in backwardation) ovvero il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sul caffè figurano il Bloomberg Index, l’UBS Bloomberg CMCI Coffee Index e il Barclays Coffee 3 Month Deferred Index (Stati Uniti).
Mais
Il mais è una pianta originaria del continente americano coltivata in molte parti del mondo. Molti storici ne fanno risalire le origini al Messico, mentre la sua introduzione in Europa è avvenuta mediante la presenza dei colonizzatori europei nelle Americhe nel corso del XV e del XVI secolo. Il mais è oggi il cereale più coltivato al mondo.
Viene prodotto in molteplici climi e terreni ma, data la sua scarsa resistenza al freddo, è più adatto alle zone temperate e viene generalmente piantato durante la stagione primaverile. Quando il seme piantato comincia a germogliare, sviluppa prima le foglie e poi un gambo spesso e fibroso. Dopo una fase di crescita, avviene l’impollinazione, che dipende sia dalle condizioni climatiche che dalla fertilità del terreno. Le piante infestanti tendono a sottrarre umidità e nutrienti alla pianta, rendendo necessario l’utilizzo di erbicidi.
Il mais viene utilizzato principalmente per la produzione di mangimi zootecnici, mentre una piccola parte viene impiegata per ottenere un’ampia gamma di prodotti alimentari e industriali, tra cui etanolo combustibile, adesivi, olio di mais da cucina e margarina, dolcificanti e alimenti per l’uomo. Il mais viene apprezzato soprattutto per l’elevato contenuto di amidi, che lo rendono un alimento di base per molte persone in tutto il mondo. È il principale ingrediente di molti articoli di largo consumo, tra cui il porridge, i cereali per la colazione e le tortillas.
- Il Mercato In Breve
- Offerta
- Domanda
- Scambi Commerciali
Nel corso degli ultimi dieci anni, la produzione di mais è cresciuta del 37,3%1. Attualmente, si stima che la produzione mondiale aumenterà del 13,1%2 tra il 2021/2022 e il 2030/2031. La Cina e il Brasile registrano i maggiori guadagni e la crescita più rapida tra i principali produttori del mondo. Durante il periodo di riferimento, l’offerta dovrebbe crescere più rapidamente del consumo, aumentando il rapporto scorte/consumo. I due maggiori produttori nel 2018/2019 sono stati gli Stati Uniti e la Cina, che insieme rappresentano il 55%3 dell’offerta mondiale complessiva di mais (cfr. figura 1). Secondo lo scenario di riferimento, la produzione di mais negli Stati Uniti crescerà nel prossimo decennio poiché l’aumento della produttività dei raccolti compenserà un graduale calo della superficie coltivabile. L’outlook per il mais negli USA, durante il periodo 2020/21, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), indica un maggiore consumo di mangimi e residui colturali, un aumento del mais utilizzato per la produzione di etanolo, maggiori esportazioni e scorte finali inferiori. L’espansione della produzione di carne dovrebbe incrementare il consumo di mangimi e residui colturali nel periodo di riferimento. Nel prossimo decennio, l’offerta statunitense dovrebbe salire del 20%2. Nonostante un grande raccolto di mais, i prezzi in Cina sono saliti a livelli quasi record nel 2020. Anche le importazioni sono aumentate poiché un grande stock di mais è andato a esaurimento dopo cinque anni di vendite all'asta.
1 USDA, Foreign Agricultural Service
2 USDA, Economic Research Service, Proiezioni internazionali di lungo termine dal 2021 al 2030.
3 USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates
Figura 1: Offerta globale di mais, 2018/2019
Fonte: USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates
Nell’arco degli ultimi dieci anni, la domanda globale di mais è cresciuta del 35,8%3 e le stime indicano un incremento dei consumi di poco più del 12,3%2 di qui al 2030/2031, con un consumo di mangimi in crescita del 16,4% e che rappresenta oltre l’80% dell’espansione totale. I paesi e le regioni in via di sviluppo, tra cui Messico, India, Iran e Sud-Est asiatico, potrebbero mostrare la crescita più forte della domanda di mangimi. La crescita della domanda interna di mais è più forte per mangimi e residui colturali, trainata dalla produzione interna di carne per soddisfare sia la domanda interna che l’esportazione di carne bovina, suina e pollame.
Il mais è la materia primaria per la produzione di etanolo negli Stati Uniti, rappresentando oltre il 98% della produzione di etanolo. Durante il periodo di proiezione, l’uso di mais per la produzione di etanolo dovrebbe rimanere relativamente piatto, con un aumento dello 0,5% nel corso del decennio. Il mais utilizzato per produrre etanolo continua a costituire una fonte sostanziale di domanda per il settore, incidendo per circa un terzo sul consumo totale di mais negli Stati Uniti durante il periodo di proiezione. Nel 2018/2019, i due maggiori consumatori di mais sono stati gli Stati Uniti e la Cina, che insieme hanno rappresentato oltre la metà della domanda mondiale (cfr. figura 2). Negli Stati Uniti, la domanda è trainata dall’impiego del mais come mangime animale e per la produzione di etanolo e si stima che i consumi aumenteranno del 28%2 entro il 2022/2023. Secondo le proiezioni di base, l’uso di mais per la produzione di etanolo dovrebbe restare relativamente piatto ma stabile.
2 USDA, Economic Research Service, Proiezioni internazionali di lungo termine dal 2021 al 2030.
3 USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates
Figura 2: Domanda globale di mais, 2018/2019
Fonte: USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates
Le importazioni di mais sono salite a circa 18,3 milioni di tonnellate nel 2020/2021 e si prevede che raggiungano i 25,7 milioni di tonnellate nel 2030/2031, rendendo il Messico il più grande importatore mondiale di mais entro il 2030/31. Nel 2030, il commercio mondiale di mais dovrebbe aumentare del 22,5% e il commercio di mais dovrebbe rappresentare circa l’82,9% del commercio mondiale di cereali grossolani entro il 2030/2031. Nel 2019/2020, i maggiori importatori di mais sono stati il Giappone, il Messico e l’Unione Europea; la domanda associata al mercato della carne ha trainato le importazioni nelle nazioni sviluppate del continente asiatico (cfr. figura 3).
Figura 3: Quota di importazioni globali di mais, 2019/2020
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
Insieme, le tre regioni - Asia meridionale, Sud-est asiatico e Oceania rappresentano il 17% della crescita prevista delle importazioni mondiali di mais. Il Vietnam è tra i paesi importatori di mais in più rapida crescita in questa regione e il Bangladesh è un importatore emergente di mais, cereale di cui necessita per rifornire la sua industria del pollame in espansione. L’Indonesia, tuttavia, ha attuato alcune politiche per limitare le importazioni sia di mais che di frumento da foraggio al fine di sostenere la produzione nazionale. Il potenziale per un’ulteriore estensione della produzione di mais in Cina potrebbe essere limitato, poiché le coltivazioni occupano già un quarto dell’area coltivata del paese, dopo un’espansione del 70% nell’ultimo decennio. In conseguenza dei prezzi elevati del mais in territorio nazionale, la Cina si è dimostrata attiva nell’acquisto di cereali da foraggio a prezzi competitivi come sostituti del mais domestico. Già nel 2020, la Cina ha utilizzato riserve temporanee di grano e riso e importazioni di frumento foraggero in sostituzione del mais domestico dal prezzo elevato, come mostrano le previsioni della Figura 4, secondo cui le importazioni di mais da parte della Cina raggiungeranno la cifra record di 24 milioni di tonnellate nel 2020/2021. La domanda cinese di mangimi continua ad aumentare, mentre gli allevamenti di suini sono in ripresa dopo la peste suina africana. Il Ministero cinese per l’agricoltura e gli affari rurali (MARA) ha segnalato nel 2020 un deficit di offerta di mais nel Paese durante gli ultimi anni, fronteggiato con aste di prodotto dalle scorte statali. A causa della scarsità delle scorte, saranno necessarie ingenti importazioni di mais per soddisfare la domanda e, al contempo, sarà necessario tenere a freno ulteriori aumenti dei prezzi e mantenere gli stock per tutto il 2021. Si presume che la crescita delle importazioni di mais venga limitata dal contingente tariffario (TRQ).
Figura 4: Importazioni globali di mais, 2016/2021 (milioni di tonnellate)
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
Nonostante il forte aumento delle importazioni cinesi previsto nel 2020/2021 dal Foreign Agricultural Service (cfr. figura 4), le proiezioni a lungo termine dell’USDA al 2030 (cfr. figura 5) non riflettono una continuazione del forte aumento delle importazioni cinesi fino al 2030, gettando dei dubbi sulla sua sostenibilità.
Figura 5: Proiezioni di lungo periodo sul commercio mondiale di mais (milioni di tonnellate metriche)
Si prevede che le esportazioni di mais negli Stati Uniti aumentino da 11,4 milioni di tonnellate a 70,5 milioni di tonnellate entro il 2030/2031, mentre la quota degli Stati Uniti nelle esportazioni mondiali di mais dovrebbe scendere dalla recente media quinquennale del 33% a circa il 30,5%. Il Brasile è l’unico grande esportatore con previsioni di aumento della quota di mercato: dal 21,9% nel 2021/2022 al 26,1% nel 2030/2031. I quattro maggiori paesi esportatori, Stati Uniti, Brasile, Ucraina e Argentina, rappresentano circa l’89 percento della quota di mercato globale nel periodo di proiezione.
Figura 6: Quota di esportazioni globali di mais, 2019-2020
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
Le esportazioni annuali di mais dal Brasile sono aumentate del 60% negli ultimi dieci anni e hanno raggiunto una media di 33,7 milioni di scorte negli ultimi cinque anni. La crescita delle esportazioni continua ad essere associata all’espansione della produzione di mais di secondo raccolto, dopo la soia, su nuovi terreni coltivati nella regione centro-occidentale. La produzione di mais in questa regione richiede un minor utilizzo di fertilizzanti, in quanto è successiva a quella della soia, ed è meglio posizionata per l’export che per l’uso domestico da parte dell’industria avicola, concentrata nella parte meridionale del paese (cfr. figura 7).
Figura 7: Esportazioni globali di mais, 2016-2021 (milioni di tonnellate)
Source: USDA, Foreign Agricultural Service
- Fattori E Tendenze Chiave
- Produzione di biocarburanti
- Biotecnologie e politiche
- Aumento del consumo di carne
Il mais viene impiegato anche nella produzione di carburanti a base di etanolo per i motori a combustione interna ed è la principale materia prima per la produzione di etanolo combustibile negli Stati Uniti. L’etanolo è generalmente considerato un’alternativa più economica e pulita rispetto alla benzina e queste caratteristiche dovrebbero sostenere la produzione negli anni a venire. Il governo americano ha introdotto una serie di politiche finalizzate ad aumentare l’impiego di biocarburanti. Il 37% di tutto il mais prodotto negli Stati Uniti nel 2018/2019 è stato impiegato per la produzione di etanolo3.
3 USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates
The use of biotechnology in the production of corn is a controversial policy issue that has the ability to considerably impact the fundamentals of the commodity in the coming years. In the United States the adoption of insect resistant and herbicide tolerant varieties of the crop has been widespread, now accounting for over 75 per cent of planted corn. However, GM crop cultivation has faced considerable opposition in the EU, allowing countries like Brazil to export significant quantities of its non-GM crop to this large import market.
Il mais è molto usato per la produzione di mangimi zootecnici in tutto il mondo ed è il principale cereale da foraggio negli Stati Uniti. Il maggior consumo di carne e pollame in tutto il mondo e soprattutto nei paesi emergenti ha fatto salire la domanda di mangimi per bestiame. Dato il continuo aumento dei salari nelle nazioni in via di sviluppo e la maggiore efficienza dei metodi di coltura, il consumo di carne in questi paesi potrebbe ulteriormente aumentare.
- Tipologie D’investimento
- Azioni
- Future
- Exchange Traded Product (ETP)
La produzione di mais è tipicamente svolta da agricoltori o aziende agricole private; tuttavia, gli investitori possono beneficiare dell’esposizione indiretta a questa materia prima investendo in aziende agroindustriali coinvolte nel ciclo produttivo e nel commercio mondiale di mais. Monsanto e DuPont, ad esempio, sono entrambe impegnate nella produzione di semi di mais geneticamente modificati.
Le due borse di mais più importanti sono il Chicago Board of Trade (CBOT) e il Dalian Commodity Exchange (DCE) in Cina. La dimensione del contratto CBOT è di 5.000 bushel (circa 127 tonnellate metriche) e viene negoziato a marzo, maggio, luglio, settembre e dicembre con il simbolo “C”. Il prezzo del mais è espresso in centesimi di dollaro USA per staio. Il trading nei giorni feriali si svolge tra le 8:30 e le 13:15 CT.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della scadenza, stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. I contratti acquistati possono essere più costosi dei contratti venduti (curva dei future inclinata verso l’alto), con un impatto negativo sui rendimenti degli investimenti. Tale fenomeno è spesso chiamato “contango”. In alternativa, i contratti acquistati possono essere più economici di quelli venduti (curva dei future inclinata verso il basso), con un impatto positivo sui rendimenti degli investimenti. Tale fenomeno è spesso chiamato “backwardation”. Il costo/beneficio del roll over tra contratti future è comunemente indicato come “roll yield” o “rendimento roll”. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
Corn ETPs track indices that are constructed to simulate a continuous exposure to corn futures returns. The corn spot price is non-investable as it would entail physically holding the commodity. Therefore it is important that investors recognise that when they invest in an ETP or any other financial instrument tracking indices that provide continuous exposure to corn futures returns, the returns will include the benefit (if the curve is in backwardation) or cost (if the curve is in contango) of rolling futures to maintain exposure to corn futures returns. At times the total returns from investing in commodity futures can therefore be very different from the theoretical returns reflected in the spot or front-month futures price (as provided below).
Examples of indices providing corn futures exposure include the Bloomberg Corn Subindex; UBS Bloomberg CMCI Components USD Price Index Corn; S&P GSCI Corn Index; Teucrium Corn Fund (United States).
Soia
La soia è un legume originario dell’Asia orientale. Viene coltivata perlopiù in climi caldi e temperati; in Europa e negli Stati Uniti, le prime coltivazioni significative di soia sono cominciate solo all’inizio del XX secolo. Oggi, i semi di soia lavorati sono la principale fonte di mangimi proteici e olio vegetale a livello mondiale.
La soia cresce in un’ampia tipologia di terreni e il periodo che intercorre tra la semina e il raccolto va dagli 80 ai 120 giorni. Dopo la raccolta, i semi di soia vengono di norma lavorati per arrivare a due sottoprodotti: l’olio di semi di soia e la farina di soia. Attualmente, gli Stati Uniti sono i maggiori produttori di soia al mondo e la maggior parte di tale produzione è geneticamente modificata.
I semi di soia vengono impiegati per produrre una vasta gamma di prodotti alimentari in virtù dell’elevato contenuto proteico. La farina di soia è uno dei sottoprodotti di maggior valore, arrivando a costituire il 50-75% del valore dei semi di soia. I mangimi zootecnici rappresentano il 98% del consumo di farina di soia, mentre il restante 2% viene impiegato per alimenti destinati all’uomo, come i prodotti da forno e i sostituti della carne. Semi di soia, farina di soia e olio di soia possono essere negoziati separatamente.
- Il Mercato In Breve
- Offerta
- Domanda
- Scambi Commerciali
Nell’ultimo decennio, la produzione mondiale di semi di soia è aumentata del 32%1, e le previsioni sono di una crescita del 21,4%2 tra il 2021/2022 e il 2030/2031. I primi tre produttori – Stati Uniti, Brasile e Argentina – hanno controllato complessivamente l’81%3 della produzione mondiale del 2019/2020 (cfr. figura 1). Nel corso dei prossimi dieci anni, gran parte dell’incremento della produzione mondiale dovrebbe provenire da Brasile, Stati Uniti e Argentina. L’aumento della superficie coltivata determina circa il 57% degli incrementi di produzione previsti e la crescita della resa dei raccolti circa il 43 per cento2.
1 UDSA, FAS, World: Soybeans and Products Supply and Distribution
2 USDA, Economic Research Service, Proiezioni internazionali di lungo termine dal 2020 al 2030.
3 USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates
Figura 1: Offerta globale di soia, 2019/2020
Fonte: USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates.
I consumi globali di soia sono aumentati del 52%1 nell’ultimo decennio, e si prevede che la domanda crescerà del 23,6%2 tra il 2021/2022 e il 2030/2031. I maggiori consumatori mondiali di soia sono la Cina, gli Stati Uniti e il Brasile, che nell’insieme hanno rappresentato il 63%3 della domanda globale del 2019-2020 (cfr. figura 2). Secondo l’USDA, il Brasile si approprierà della quota maggiore della futura domanda cinese di soia, ma anche le esportazioni e i prezzi statunitensi beneficeranno della ripresa della domanda cinese. Non si prevede che la domanda nel resto del mondo cresca così rapidamente come in Cina, ma le economie emergenti continuano ad espandere l’uso della soia come scorta alimentare poiché le diete si diversificano per includere più prodotti di origine animale2.
1 UDSA, FAS, World: Soybeans and Products Supply and Distribution
2 USDA, Economic Research Service, Proiezioni internazionali di lungo termine dal 2020 al 2030.
3 USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates
Figura 2: Domanda globale di soia, 2019/2020
Fonte: USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates.
Si prevede che il commercio mondiale di soia aumenti del 26,7% (1,8% annuo) fino al 2030, segnando uno dei maggiori incrementi previsti tra le commodity. Dal 2009/2010, le importazioni di semi di soia sono aumentate dell’98%1 e, per il prossimo decennio, si prevede un incremento del 26,7%2. Attualmente la Cina domina il commercio di semi di soia (cfr. figura 3). Nel 2019/2020, le importazioni cinesi di semi di soia sono state pari al 60% delle importazioni mondiali totali. Le importazioni di soia dalla Cina dovrebbero riprendere a salire dopo l’epidemia di peste suina africana che ha ridotto la domanda di farina di soia durante il 2019/2020. Spinta dalla crescita del numero di capi di bestiame e dal consumo di olio vegetale, si prevede che la quota delle importazioni di soia in Cina nel 2030/2031 aumenti fino al 64%2. Ne consegue che il prezzo di mercato della soia potrebbe risultare molto sensibile alle variazioni della domanda cinese.
1 UDSA, FAS, World: Soybeans and Products Supply and Distribution
2 USDA, Economic Research Service, Proiezioni internazionali di lungo termine dal 2020 al 2030.
Figura 3: Importazioni globali di soia, 2016-2020 (milioni di tonnellate metriche)
Source: USDA, Foreign Agricultural Service
I due principali esportatori di soia sono il Brasile e gli Stati Uniti (cfr. figura 4). Si stima che tra il 2020/2021 e il 2030/2031 le esportazioni dal Brasile aumenteranno del 36,2%2, mentre per gli Stati Uniti si prevede un calo del 29,5%2. Le esportazioni di soia dall’Argentina dovrebbero salire del 34%, attestandosi a 10,9 milioni di tonnellate entro il 2030/2031, soprattutto verso la Cina.
Figura 4: Esportazioni globali di soia, 2016/2020 (milioni di tonnellate metriche)
Source: USDA, Foreign Agricultural Service
- Fattori E Tendenze Chiave
- Biotecnologie
- Ruggine della soia
- Domanda di biodiesel
- Il “crush spread”
La soia geneticamente modificata (OGM) influenza in maniera significativa il mercato globale di questa commodity. Negli Stati Uniti, le superfici coltivate con soia OGM sono aumentate dal 17% al 94% tra il 1997 e il 20204 (cfr. figura 5). L’adozione di biotecnologie nelle coltivazioni suscita ancora grande scetticismo tra i principali importatori e ciò ha contribuito a sostenere le esportazioni di soia non OGM, soprattutto dal Sud America.
4 USDA ERS, Adoption of Genetically Engineered Crop in the US
Figura 5: Diffusione della coltivazione di soia geneticamente modificata negli Stati Uniti come % delle superfici coltivate, 1996/2020
Fonte: USDA, Economic Research Service.
La ruggine della soia è una malattia grave che colpisce i semi di soia e che ha distrutto interi raccolti in tutto il mondo. La diffusione della malattia è stata registrata per la prima volta in Sud America nel 2001 e negli Stati Uniti nel 20045. A inizio novembre 2013, la ruggine della soia è stata scoperta in 13 stati americani, con una tendenza alla concentrazione nelle parti sudorientali del paese6. Dato che gli Stati Uniti e il Sud America rappresentano più dell’80% della produzione mondiale complessiva, la diffusione di questa malattia è in grado di incidere significativamente sull’offerta globale.
5 USDA, Agricultural Research Service: Invasive and Emerging Fungal Pathogens – Diagnostics Fact Sheets
6 USDA, Pest Information Platform for Extension and Education
La soia è un’importante materia prima per la produzione di biodiesel che, sebbene prodotto in quantità inferiori rispetto all’etanolo, va diffondendosi sempre più come fonte alternativa di biocarburante negli Stati Uniti e in Europa. Il biodiesel può essere utilizzato nei motori a diesel ed è una fonte più pulita rispetto ai tradizionali carburanti. I governi intenti a ridurre le emissioni di gas serra hanno introdotto misure che incentivano un maggior ricorso al biodiesel fornendo sostegno alla domanda.
Il prezzo dei semi di soia è inoltre funzione dei due sottoprodotti di questa materia prima: l’olio di semi di soia e la farina di soia. Il termine “crush spread” si riferisce a una strategia di trading utilizzata dagli operatori per gestire il rischio, che consiste nella combinazione di future sui semi di soia, sull’olio di semi di soia e sulla farina di soia al fine di conseguire un determinato margine sulla lavorazione. Entrambi i sottoprodotti hanno la propria catena di domanda e offerta, oltre a essere correlati l’uno con l’altro.
- Investimenti
- Azioni
- Future
- ETP (Exchange Traded Product)
Gli investitori possono acquisire un’esposizione all’industria dei semi di soia mediante società agricole coinvolte in qualche misura nel ciclo di produzione e nel commercio della soia. Tra le aziende quotate in borsa che forniscono un’esposizione ai semi di soia figurano Bunge Limited e Archer Daniels Midland Company. Monsanto, inoltre, è una società che produce sementi di soia geneticamente modificate.
I semi di soia vengono negoziati sui listini di tutto il mondo; tra questi, il CME Group Chicago Board of Trade (CBOT) Soybeans Futures è considerato l’indicatore principale delle variazioni di prezzo di questa merce agricola. Il lotto di contrattazione è di 5000 bushel (circa 136 tonnellate metriche) e i mesi per la stipula dei contratti sono gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, settembre e novembre. Questo future scambia con il simbolo “S”. I future sulla soia sono quotati in centesimi di dollaro USA per bushel, quelli sulla farina di soia in dollari USA per tonnellata corta e quelli sull’olio di semi di soia in centesimi di dollaro USA per libbra. Le contrattazioni avvengono in tutti i giorni della settimana dalle 8:30 alle 13:15 CT.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati della soia sono solitamente in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio e di assicurazione di questa materia prima. I mercati in contango presentano un freno alla performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
Gli ETP sui semi di soia replicano gli indici strutturati per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future su tale materia prima. Il prezzo spot della soia non è investibile, poiché comporterebbe la detenzione fisica della materia prima. Gli investitori devono dunque tenere presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sui semi di soia, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sui semi di soia figurano il Bloomber Soybeans Subindex, l’S&P GSCI Soybeans Index, l’UBS Bloomberg CMCI Soybeans Index e il Teucrium Soybean Fund Benchmark Index (Stati Uniti).
Zucchero
Lo zucchero, noto anche come saccarosio, fa parte del più ampio gruppo di composti chiamati carboidrati ed è caratterizzato da un sapore dolce. Lo zucchero è stato prodotto per la prima volta nel continente asiatico ed è diventato più ampiamente distribuito in tutto il mondo attraverso le colonie spagnole e portoghesi. Cristoforo Colombo portò lo zucchero nei Caraibi, da dove la produzione si diffuse in Brasile, il più grande fornitore odierno.
Lo zucchero proviene da due fonti: canna da zucchero e barbabietola da zucchero. La canna da zucchero è una pianta che necessita di un clima caldo e si trova in alcune aree dell’Asia meridionale, del Sud America e del bacino caraibico. Le barbabietole da zucchero sono coltivate nelle regioni più temperate, con una produzione significativa in Europa. Circa il 75% dello zucchero prodotto viene lavorato dalla canna da zucchero. Lo zucchero grezzo e lo zucchero raffinato (bianco) sono due prodotti diversi, entrambi commercializzati a livello internazionale. I paesi produttori di barbabietola da zucchero esportano zucchero raffinato, mentre i paesi produttori di canna da zucchero esportano zucchero grezzo o raffinato. Il margine tra zucchero grezzo e zucchero bianco è noto come premio di denaturazione.
Sebbene utilizzato principalmente come prodotto alimentare per scopi domestici e industriali, lo zucchero è anche una materia prima efficace per la distillazione dell’etanolo.
- Il Mercato In Breve
- Offerta
- Domanda
- Scambi Commerciali
Tra il 2014 e il 2019 l’offerta globale di zucchero è diminuita del 5,1%1. Per la massima parte questo calo è dipeso dalla diminuzione dell’output da parte dei maggiori paesi produttori. In questo periodo, la produzione in Brasile è diminuita del 17%, in India del 2% e in Thailandia del 24%1. Nel 2019/2020 i maggiori produttori di zucchero sono stati Brasile, India e Unione Europea (cfr. Figura 1). Si prevede che la produzione mondiale di zucchero si riprenderà espandendosi del 15%, passando da 176 Mt nel periodo di base a 203 Mt entro il 2029, con il 96% dell’aumento previsto proveniente dai paesi in via di sviluppo. Secondo le stime, il Brasile manterrà la sua posizione di maggiore produttore mondiale di zucchero e rappresenterà circa il 18% dell’output mondiale entro il 20292. L’India e la Thailandia dovrebbero riprendersi progressivamente dall’attuale bassa stagione produttiva e l’India dovrebbe raggiungere livelli simili a quelli del Brasile entro il 20292. Vale la pena notare che l’offerta di zucchero è sensibile alle condizioni meteorologiche, con la stagione dei monsoni in India che spesso causa irregolarità d’offerta durante l’anno.
1 USDA, Foreign Agricultural Service, World Sugar Production, Supply and Distribution
2 OECD-FAO Agricultural Outlook 2019-2029
Figura 1: Offerta globale di zucchero, 2019/2020
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
Tra il 2014 e il 2019 la domanda mondiale di zucchero è diminuita dello 0,2%1, con una crescita significativa nella regione asiatica. Negli ultimi cinque anni il consumo in India è rimasto stabile, in Cina è sceso dell’11% e nell’Unione Europea (UE) del 2%1. Spinta da un’espansione economica sostenuta e da una crescita demografica moderata, si prevede che la domanda di zucchero in Asia rappresenterà più della metà del consumo globale entro il 20292. In altre parti del mondo, specialmente nei paesi ad alto reddito, il consumo pro capite continuerà a diminuire quale risultato del cambiamento delle abitudini dei consumatori riguardo all’assunzione di zucchero. Nel 2019/2020 i maggiori consumatori di zucchero sono stati India, Unione Europea e Cina (cfr. Figura 2). Si prevede che, nel prossimo decennio, il consumo globale di zucchero continui a crescere di circa l’1,4% raggiungendo 199 Mt entro il 2029, sostenuto dalla crescita della popolazione e del reddito2. Nel periodo di previsione, il consumo mondiale medio pro capite dovrebbe aumentare da 22,5 kg/cap a 23,5 kg/cap, anche se si verificheranno notevoli variazioni tra regioni e paesi.
1 USDA, Foreign Agricultural Service, World Sugar Production, Supply and Distribution
2 OECD-FAO Agricultural Outlook 2019-2029
Figura 2: Domanda globale di zucchero, 2019/2020
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
Le importazioni mondiali tra il 2014 e il 2019 sono aumentate dello 0,2%1. Tale sviluppo è stato trainato principalmente dal commercio in Asia, dove le importazioni hanno contribuito a soddisfare il crescente consumo di prodotti a base di zucchero. Per contro, le importazioni nell’UE e negli Stati Uniti, i due maggiori importatori di zucchero (cfr. Figura 3), hanno registrato una crescita esigua e solo marginale. Nel prossimo decennio l’Indonesia, con una forte crescita dei consumi, dovrebbe consolidare la sua posizione di primo importatore di zucchero (7,5 Mt), seguita da Cina (6,3 Mt), Stati Uniti (2,7 Mt), Malesia (2,4 Mt), Corea (2,1 Mt) e India (1,5 Mt)3.
1 USDA, Foreign Agricultural Service, World Sugar Production, Supply and Distribution <.p>
3 OECD-FAO Agricultural Outlook 2019-2029
Figura 3: Importazioni globali di zucchero, 2016-2021 (milioni di tonnellate)
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
Nel 2019/2020 le esportazioni globali hanno rappresentato il 32% della produzione totale1. Nel mercato delle esportazioni i player importanti sono svariati ma è il Brasile la forza dominante, con il 36% delle esportazioni mondiali nel 2019/20201 (cfr. Figura 4). Una simile volatilità ha aggiunto una notevole variabilità sui mercati mondiali dello zucchero. Nei prossimi anni si prevede che la crescita delle esportazioni sarà trainata dai produttori di canna da zucchero nei paesi in via di sviluppo, tra cui Brasile e Thailandia.
Figura 4: Esportazioni globali di zucchero, 2016-2021 (milioni di tonnellate)
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
- Fattori E Tendenze Chiave
- Produzione di bioetanolo in Brasile
- Politiche commerciali internazionali
- Surrogati
Il bioetanolo può essere prodotto attraverso la fermentazione degli zuccheri per creare etanolo puro da utilizzare come carburante nei veicoli a motore. Il Brasile è il più grande produttore di etanolo a base di canna da zucchero. Quasi la metà della produzione di zucchero del paese è impiegata nella produzione di etanolo per il consumo interno. Anche l’attuazione del programma sui biocarburanti (Renovabio) avrà un impatto significativo sui mercati dello zucchero, poiché il Brasile ha la flessibilità necessaria per usare la canna da zucchero passando facilmente dalla produzione di zucchero a quella di etanolo e viceversa, a seconda della redditività relativa di ciascun prodotto.
Secondo l’Intercontinental Exchange meno del 50% del commercio mondiale di zucchero avviene sul libero mercato4. Il mercato internazionale dello zucchero è dominato dai sussidi governativi alla produzione nazionale e dai dazi imposti al commercio estero. Le politiche statunitensi includono controlli del mercato interno e quote tariffarie che controllano rigorosamente le importazioni dall’estero. La Politica agricola comune dell’Unione europea (PAC) è un altro esempio di barriera commerciale protezionistica, in cui i produttori di zucchero con sede nell’UE vengono incentivati, attraverso ingenti sovvenzioni, a fornire un eccesso di offerta sul mercato. Nell’ambito delle riforme della Politica agricola comune nel 2017, l’Unione europea (UE) ha abolito le quote di produzione sulla produzione di barbabietola da zucchero alla fine del mese di settembre di quell’anno, incrementando così la produzione e aprendosi la strada per diventare un esportatore netto per la prima volta negli ultimi dieci anni.
4 Intercontinental Exchange, Sugar No. 11 and Sugar No. 16
I sostituti dello zucchero, come lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS), un dolcificante utilizzato in note bevande di largo consumo, competono con lo zucchero per l’uso in svariati prodotti finali. Grazie alla sua competitività nella produzione di bibite zuccherate caloriche, si stima che il consumo di HFC (peso secco) crescerà del 14%, ossia di 1,9 Mt, entro il 20293. La Cina, uno dei paesi in cui il consumo di dolcificanti è basso, dovrebbe rappresentare il principale motore di tale aumento. Trattandosi del maggiore produttore mondiale di amido, si prevede che la Cina aumenti l’offerta di HFC per soddisfare una crescente domanda interna, anche se è probabile che la mancanza di redditività smorzi l’aumento dell’offerta. Poiché le politiche sanitarie in diverse economie sviluppate e in via di sviluppo si trovano ad affrontare il problema dell’obesità in espansione, l’uso di dolcificanti come alternativa allo zucchero potrebbe affermarsi con maggior decisione.
3 OECD-FAO Agricultural Outlook 2019-2029
- Investimenti
- Azioni
- Future
- ETP (Exchange Traded Product)
Gli investitori possono ottenere un’esposizione indiretta al mercato dello zucchero investendo in società quotate in borsa coinvolte nella produzione di zucchero. Alcune delle più grandi aziende produttrici di zucchero al mondo includono Suedzucker AG (Germania), Cosan Ltd. (Brasile) e Associated British Foods (Regno Unito), proprietari di British Sugar PLC.
Le due maggiori borse future sono a New York (zucchero grezzo) e Londra (zucchero bianco). Il contratto ICE Sugar No. 11 è il punto di riferimento globale per il commercio di zucchero grezzo e scambia con il simbolo (“SB”). Il volume del contratto è pari a 112.000 sterline e il prezzo è in dollari e centesimi di dollaro statunitense per libbra. I mesi di quotazione dei contratti sono marzo, maggio, luglio e ottobre e gli orari di negoziazione vanno dalle 07:30 alle 19:00 GMT (2:30-14:00 ET).
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati dello zucchero sono solitamente in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio. I mercati in contango presentano un freno alla performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
Gli ETP sullo zucchero replicano gli indici strutturati per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future su tale materia prima. Il prezzo spot dello zucchero non è investibile, poiché comporterebbe la detenzione fisica della materia prima. Gli investitori devono dunque tenere presente che, quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sullo zucchero, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sullo zucchero figurano il Bloomberg Sugar Index; l’UBS Bloomberg CMCI Sugar Index e il Teucrium Sugar Fund (Stati Uniti).
Frumento
Il frumento, o grano, è un cereale appartenente alla famiglia delle graminacee, attualmente diffuso in tutto il mondo. Storicamente, le sue coltivazioni si sono concentrate nelle regioni temperate e il suo impiego alimentare risale alla preistoria. Il crescente utilizzo di un cereale originariamente selvatico ha spinto le varie civiltà a coltivare nuove varietà di frumento per assicurarsi forniture più sostenibili.
Le diverse varietà di frumento – tra cui tenero rosso, duro rosso, duro e bianco – hanno bisogno di condizioni diverse per crescere; di conseguenza, le tipologie prodotte variano da paese a paese. Il frumento tenero rosso invernale viene di norma coltivato in ambienti più umidi, inadatti alla produzione di grano duro. Negli Stati Uniti, il frumento invernale viene seminato da settembre a dicembre e raccolto agli inizi di luglio.
Il frumento è utilizzato principalmente come alimento umano e rappresenta circa il 20% delle calorie alimentari assunte dall’intera popolazione mondiale. La proteina contenuta nel frumento, chiamata glutine, rende questo cereale estremamente versatile ed è un’importante fonte proteica per una grossa percentuale della popolazione mondiale. Il frumento viene coltivato principalmente per produrre farina, ma viene utilizzato anche per la produzione di birra e nell’industria della distillazione, oltre che per produrre olio, paglia per lettiere, mangimi zootecnici, fieno, carta da giornale e altri prodotti.
- Il Mercato In Breve
- Offerta
- Domanda
- Scambi Commerciali
Nel corso dell’ultimo decennio, la produzione globale di frumento è aumentata dell’11,3%1 e le stime prevedono una crescita dell’8%2 tra il 2020/21 e il 2030/31, incremento dovuto principalmente ad una resa più alta dei raccolti. L’Unione europea e la Cina sono attualmente i due maggiori produttori di frumento (cfr. figura 1). Secondo le stime, gli otto maggiori esportatori di frumento - UE, Russia, Canada, Stati Uniti, Ucraina, Australia, Argentina e Kazakistan - rappresenteranno il 91% del commercio mondiale nel 2030/31. Solo l’UE e l’Ucraina mostrano un aumento della quota di esportazioni mondiali entro il 2030/31.
1 USDA, Foreign Agricultural Service
2 USDA, Economic Research Service, 2021 International Long-Term Projections to 2030
Figura 1: Offerta globale di frumento, 2018/2019 (milioni di tonnellate)
Fonte: USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates.
Tra il 2010 e il 2020 il consumo mondiale di frumento è aumentato del 10,4%1 e si stima che la domanda crescerà del 6,9%2 nei prossimi dieci anni. I tre maggiori consumatori sono l’UE, la Cina e l’India, che nell’insieme costituiscono poco meno della metà del consumo mondiale complessivo (cfr. figura 2). La Cina è il Paese che offre il contributo maggiore all’espansione dell’impiego di frumento, soprattutto poiché continua a detenere scorte ingenti e, secondo le stime, incrementerà la percentuale destinata all’alimentazione animale. Le regioni che segnalano il maggiore aumento dell’uso alimentare di grano, durante il periodo di proiezione, sono l’Africa occidentale (25,1%), il resto dell’Africa subsahariana (24%), il Sud-est asiatico (17,4%) e il Nord Africa (11,4%).
1 USDA, Foreign Agricultural Service
2 USDA, Economic Research Service, 2021 International Long-Term Projections to 2030
Figura 2: Domanda globale di frumento, 2018/2019 (milioni di tonnellate)
Fonte: USDA, World Agricultural Supply and Demand Estimates.
Il commercio mondiale di frumento, a differenza del mais e della soia, è distribuito più equamente tra le varie aree geografiche e nessun paese controlla più del 15%3 delle importazioni totali (cfr. figura 3). Le stime prevedono un aumento degli scambi mondiali di frumento dell’11,2%2 tra il 2020/21 e il 2030/31, con le importazioni concentrate nei paesi emergenti. L’aumento dei redditi, soprattutto nelle economie emergenti, con l’ascesa della domanda pro-capite, sostiene la crescita della domanda globale e un corrispondente incremento del commercio mondiale di grano.
2 USDA, Economic Research Service, 2021 International Long-Term Projections to 2030
3 USDA, Economic Research Service, 2021 International Long-Term Projections to 2030
Figura 3: Importazioni globali di frumento, 2016/2021 (milioni di tonnellate)
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
Nel periodo di proiezione, i maggiori aumenti delle importazioni riguardano Egitto, Medio Oriente e Sud-est asiatico, in rialzo rispettivamente di circa il 20, il 17 e il 17%3. Entro il 2030/31, l’UE dovrebbe riguadagnare la testa della classifica come primo Paese esportatore di frumento, con esportazioni in crescita del 2,9% l’anno fino a 40 milioni di tonnellate3. L’aumento delle esportazioni dell’UE è supportato da una maggiore produzione, grazie a una resa più elevata dei raccolti e ad un calo dell’impiego nei mangimi a livello nazionale. Si prevede che le esportazioni di frumento del Canada cresceranno, passando da 25 milioni di tonnellate nel 2021/22 a 27,1 milioni di tonnellate nel 2030/31. I moderati aumenti di produzione sono dovuti alla crescita della resa, nonostante un leggero calo nell’area del frumento. La diminuzione dell’uso domestico contribuisce ad incrementare le forniture esportabili.
Figura 4: Esportazioni globali di frumento, 2016/2021 (milioni di tonnellate)
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Service
- Fattori E Tendenze Chiave
- Ucraina e Russia
- Domanda
- Politiche Covernative
- Condizioni Meteorologiche
Based on USDA projections2, exports from Ukraine and Russia are likely to account for 30 percent of the projected increase in global wheat exports. Under the assumption of normal or average weather, Ukraine’s exports of wheat are expected to continue a pattern of strong growth climbing from 15.9 million tons in 2021/22 to 20.6 million tons in 2030/31. Exports from Russia are expected to grow more modestly, rising 1.5 million tons to 39.4 million tons in 2030/31. Continued improvement in farm level productivity and yields should generate the growth in domestic surpluses available for export.
2 USDA, Economic Research Service, 2021 International Long-Term Projections to 2030.
I due fattori chiave che trainano la domanda di frumento dei mercati emergenti sono l’aumento demografico e la crescita dei salari. Si prevede che entro il 2030 sarà necessario un miliardo di tonnellate in più di cereali per sfamare una popolazione mondiale di 8,7 miliardi di individui4. Inoltre, la crescita dei redditi disponibili e l’acquisizione di preferenze alimentari più costose potrebbero determinare un aumento dell’impiego di frumento per i mangimi animali, con conseguente dipendenza delle economie in via di sviluppo dalle importazioni da paesi avanzati che gestiscono surplus di frumento.
4 FOA, World agriculture 2030
In passato, Cina, Russia, Ucraina e Kazakistan hanno imposto dazi all’importazione e limiti alle esportazioni, creando squilibri a livello dell’offerta mondiale. Data l’importanza di questo gruppo di nazioni per l’offerta e le esportazioni globali, l’imposizione di politiche protezionistiche potrebbe sostenere i prezzi del frumento dato che i mercati devono inglobare un potenziale inasprimento degli scambi mondiali. A causa della quota di rilievo nelle esportazioni, i prezzi del grano tendono ad essere molto volatili quando la Russia limita o impone dei dazi sulle esportazioni.
I fondamentali del frumento e della maggior parte delle merci agricole sono fortemente influenzati da una variabile: il tempo atmosferico. Condizioni di estrema piovosità o di siccità possono incidere negativamente sulle rese agricole, portando a una contrazione dell’offerta e a un incremento del prezzo del frumento. Nel 2012, una forte ondata di caldo e diversi incendi nelle zone forestali hanno decimato i raccolti in tutta l’ex Unione Sovietica, causando una significativa riduzione della produzione e delle esportazioni. Il prezzo del frumento è aumentato del 25% in un unico mese nel periodo giugno-luglio 2012.
- Investimenti
- Azioni
- Future
- ETP (Exchange Traded Product)
Gli investitori possono acquisire un’esposizione all’industria del frumento mediante società agricole coinvolte in qualche misura nel ciclo di produzione e nel commercio di questa materia prima. Tra le aziende quotate in borsa che offrono un’esposizione al frumento figurano Archer Daniel Midland e Bunge, che hanno entrambe sede negli Stati Uniti.
I future sul frumento vengono negoziati principalmente sul CME Group Chicago Board of Trade (CBOT) con il simbolo “W” in lotti di 5000 bushel (all’incirca 136 tonnellate metriche). La qualità base di questi contratti è il frumento tenero rosso invernale, spesso chiamato “grano di Chicago”. I future sul frumento negoziati sul CBOT sono utilizzati come benchmark per i prezzi del frumento in generale e sono quotati in centesimi di dollaro USA per bushel. I mesi di quotazione per ogni contratto sono marzo, maggio, luglio, settembre e dicembre. Le contrattazioni avvengono in tutti i giorni della settimana dalle 8:30 alle 13:15 CT.
I contratti future vengono solitamente liquidati poco prima della loro scadenza stipulandone di nuovi per evitare di dover prendere effettivamente in consegna la merce – tale processo è noto come “roll over”. Ciò consente di mantenere un’esposizione continua alla materia prima. Una commodity è definita “in contango” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è superiore rispetto al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima, mentre è definita “in backwardation” quando il prezzo di un contratto future con scadenza più distante nel tempo è inferiore al prezzo di un contratto future con scadenza più prossima. I mercati del frumento sono solitamente in contango, poiché riflettono il costo di stoccaggio. I mercati in contango presentano un freno alla performance. Per ulteriori informazioni su contango e backwardation, si rimanda all’articolo: Commodity ETPs Are Exposed To Futures Contracts Not The Physical Spot. Why Does It Matter?, del maggio 2020.
Gli ETP sul frumento replicano degli indici creati per simulare un’esposizione continua ai rendimenti dei future su questa merce agricola. Il prezzo spot del frumento non è investibile, poiché comporterebbe la detenzione fisica della materia prima. Gli investitori devono dunque tenere presente che quando investono in un ETP o in qualsiasi altro strumento finanziario replicante un indice che fornisce un’esposizione continuativa ai rendimenti dei future sul frumento, i rendimenti comprenderanno il beneficio (se la curva è in backwardation) o il costo (in caso di contango) del roll over dei future per mantenere tale esposizione. Talvolta i rendimenti totali degli investimenti in future su materie prime possono differire in maniera anche significativa dai rendimenti teorici espressi nei prezzi spot o in quelli dei future con scadenza più prossima (come indicato in basso).
Tra gli indici che forniscono un’esposizione ai future sul frumento figurano il Bloomberg Kansas Wheat Subindex, il Total Return, lo S&P GSCI Wheat Official Close Index, lo UBS Bloomberg CMCI Components USD Wheat Price Index e il Teucrium Wheat Fund Benchmark Index (Stati Uniti).