India: osservazioni sul posto
Esistono molti macroindicatori di cui possiamo servirci per seguire l’andamento di un paese, ma nulla è paragonabile alle osservazioni sul posto. Recentemente sono tornato da un viaggio di una settimana in India: ecco qualche appunto personale su quest’esperienza.
Benarrivati!
Il Terminal T3 degli arrivi internazionali di Delhi ha l’aspetto di un aeroporto moderno qualsiasi. Camminando verso l’area di ritiro bagagli si passa davanti a marciapiedi mobili, lounge eleganti e un gran numero di veicoli elettriche. Per un attimo ho avuto l’impressione di essere giunto in un paese occidentale: la certezza di trovarmi in India è arrivata solo quando, nell’ufficio immigrazione, ho visto le graziose e gigantesche statue d’argento che raffigurano alcune posizioni dei Mudra.
Ritiro bagagli e trasporto via terra
Delhi dispone di una metropolitana all’avanguardia della quale ho usufruito anch’io, recandomi in albergo dopo un piacevole viaggio e risparmiando un po’ di dollari che, altrimenti, avrei dovuto spendere per un costoso giro in taxi.
I treni sono monitorati in tutte le stazioni e servono in modo ottimale Delhi e le città/periferie limitrofe. Come a New York (o in qualsiasi altra metropoli), la metro collega agevolmente l’aeroporto alla stazione ferroviaria. È anche possibile registrare i bagagli già alla stazione per un volo in partenza dall’aeroporto.
Persino Gurgaon (una città satellite di Delhi con oltre 250 imprese tra quelle inserite nella lista Fortune 500) dispone di una metropolitana interna, collegata a quella di Delhi, che si snoda da un edificio all’altro. La riduzione dei tempi di viaggio contribuisce a incrementare la produttività.
Collegamenti interni e città di livello 2
Ora anche gli aeroporti di città più piccole (come Prayagraj e Varanasi) sono gestiti molto meglio rispetto al passato: qualche anno fa questi aeroporti erano minuscoli e quello che un tempo era un edificio con due stanze attualmente è un complesso di grandi dimensioni. Muovendosi tra queste città ci s’imbatte spesso in strade a più corsie (addirittura sei in alcuni tratti) che di tanto in tanto attraversano direttamente i centri abitati. Spuntano dappertutto viadotti serpeggianti con linee di metropolitana sullo sfondo. Qualche anno fa non vedevo neppure la metà di quei viadotti, che sono stati costruiti a una velocità eccezionale.
Ovunque, nella regione di Delhi, oltre a piccoli bazar compaiono enormi centri commerciali pieni di showroom di marche italiane e francesi di lusso. La sola Gurgaon conta 26 grandi centri commerciali, uno dei quali ospita un intero chilometro di shopping per piano. Le prestigiose marche mondiali, da sempre diffuse nelle maggiori città dell’India, ora sono vendute anche nelle città minori. Che si trattasse di case di moda come “Prada” o “Gucci” o di catene di ristorazione come “Subway” o “Pizza Hut” e delle rispettive app online per le consegne a domicilio, non sono mai stato lontano dai brand che vedo a New York.
Aspetti economici
Al di là di queste osservazioni sul posto, vediamo di sottolineare anche i cambiamenti avvenuti nell’economia indiana negli ultimi anni.
Quando, nel 2014, il Primo ministro Narendra Modi ha ricevuto un mandato chiaro e decisivo, l’andamento del voto è strutturalmente cambiato in India. A differenza di quanto avvenuto con i governi precedenti, per la prima volta in tre decenni un solo partito politico ha conquistato una netta maggioranza nell’ambito del sistema politico indiano, solitamente frammentato e basato sulle coalizioni. Le aspettative sono elevate e il governo Modi non ha deluso: i risultati ottenuti dall’India negli ultimi anni sono davvero sbalorditivi. Benché negli ultimi cinque anni siano state attuate migliaia di riforme, evidenzierò solo i mutamenti più significativi.
Per ciascuno di questi “mutamenti” riportati di seguito si potrebbe scrivere un articolo dettagliato a sé stante:
Cambiamenti finanziari
Semplificazione e unificazione del complesso sistema fiscale indiano con la “Good and Services Tax (GST)”, che ha fatto confluire ben 17 tipi di imposte indirette in un’unica imposta nazionale oltre a trasformare il paese in una vera e propria zona economica unificata.
- Attuazione del “codice dei fallimenti” per accelerare la liquidazione e il recupero dei crediti in sofferenza.
- Promozione del micro-prestito mediante un’agenzia di micro-credito pubblica, in quanto i posti di lavoro nei settori non organizzati rappresentano circa l’86% dell’occupazione totale.
- Incentivi ai risparmiatori affinché depositino denaro presso le banche (attraverso l’offerta di polizze vita gratuite), con estensione dell’inclusione finanziaria a tutti i cittadini.
Cambiamenti socio-economici
Identificazione univoca di tipo biometrico per 1,3 miliardi di persone (la cosiddetta “Adhaar”), con impronte digitali e scansione della retina.
- Si associa l’identificazione biometrica ai conti bancari e ai telefoni cellulari, creando una triade costituita da attività bancaria, identificazione e connettività. Questo rende l’India una miniera d’oro per i dati in fase di incubazione, riducendo gli intermediari e le dispersioni nei sistemi previdenziali pubblici.
Creazione di posti di lavoro
- Varie zone economiche e ambienti semi-privati sostenuti dal settore pubblico incoraggiano la formazione in ambito manifatturiero.
- Vengono concesse grandi agevolazioni fiscali a start-up e piccoli negozi che impiegano meno di 100 persone.
Attenzione per le infrastrutture
- Negli ultimi 5 anni in India sono stati costruiti in media 27 chilometri di strade al giorno.
- Nello stesso periodo l’India ha conseguito l’obiettivo dell’elettrificazione totale, che ha raggiunto ogni singolo paese/villaggio.
Potrei andare ancora avanti parlando di riforme e modifiche strutturali, ma mi ci vorrebbe un libro! Con questo articolo spero di essere riuscito a dare un’idea delle dimensioni con cui la crescita sta avvenendo in questa parte del mondo.
In termini di facilità di fare impresa, nella relativa classifica a cura della Banca mondiale, l’India è salita dal 142° posto nel 2013 al 77° posto attuale su un totale di 190 paesi monitorati dalla suddetta banca. In precedenza nessuno Stato aveva mai scalato 30 posizioni, ma quando l’India ci è riuscita nel solo 2017 (passando dal 130° posto nel 2016 al 100° nel 2017), la gente ha cominciato a prendere più che mai sul serio questo paese.
Blog correlati